Al macero 100 copie di “Affari&Finanza” per un articolo sgradito all’editore John Elkann

Repubblica: i giornalisti sfiduciano Maurizio Molinari

Maurizio Molinari

ROMA – L’assemblea delle giornaliste e dei giornalisti del quotidiano “la Repubblica” ha approvato a larga maggioranza (164 sì, 55 no, 35 astenuti) una mozione di sfiducia al direttore Maurizio Molinari e proclamato per 24 ore uno sciopero delle firme. Uno sciopero proclamato dal Cdr per denunciare la gravità dei fatti che hanno portato alla censura del servizio di apertura di Affari&Finanza nel numero dell’8 aprile.

John Elkann

«Il direttore – spiega l’Assemblea dei giornalisti – ha la potestà di decidere che cosa venga pubblicato o meno sul giornale che dirige, ma non di intervenire a conclusione di un lavoro di ricerca, di verifica dei fatti e di confronto con le fonti da parte di un collega, soprattutto se concordato con la redazione. In questo modo viene lesa l’autonomia di ogni singolo giornalista di Repubblica e ciò costituisce un precedente che mette in discussione, per il futuro, il valore del nostro lavoro».
Il Comitato di redazione considera «altrettanto grave che l’intervento abbia portato a bloccare la stampa del giornale, in particolare perché la direzione aveva già dato il via libera alla pubblicazione. È indice di una mancata organizzazione che espone ad arbitrarietà incontrollata il lavoro di tutti».
Il Cdr «condanna lo spreco di tempo e di risorse per la ristampa di una parte di Affari&Finanza, in un momento in cui la redazione con l’ennesimo piano di prepensionamenti viene chiamata a nuovi sacrifici; segnala come l’accaduto esponga Repubblica in modo negativo di fronte ai suoi interlocutori esterni e di fronte ai lettori, non ultimo il fatto che per alcune ore sono circolate in rete le due aperture di Affari&Finanza, prima e dopo l’intervento della direzione».
«Quanto avvenuto – sottolinea l’Assemblea dei giornalisti – è l’ultimo episodio di una serie di errori clamorosi originati dalle scelte della direzione che hanno messo in cattiva luce il lavoro collettivo di Repubblica».
Le giornaliste e i giornalisti di Repubblica, pertanto, «ritirano dal giornale e dal sito le proprie firme per 24 ore (dalle 19 di oggi alle 19 di domani, mercoledì 10 aprile – firme mortificate dall’intervento della direzione – a tutela della propria dignità professionale e indipendenza».
Per tutti questi motivi il Cdr ha messo ai voti in assemblea la sfiducia al direttore Maurizio Molinari bocciandolo sonoramente. Centomila le copie mandate al macero dell’inserto economico Affari&Finanza dell’8 aprile contenente un articolo firmato da Giovanni Pons, sugli intrecci economici tra Italia e Francia e i rapporti tra il Governo Meloni e Stellantis, la società di cui è presidente l’editore John Elkann, presidente di Gedi e amministratore delegato di Exor. Inserto ritirato dalla direzione e fatto ristampare con una nuova versione dell’articolo a firma del vicedirettore Walter Galbiati.

Giovanni Pons

Nella versione iniziale il sommario dell’articolo annunciava «I casi Stm, Tim e la fuga di ArcelorMittal dall’Ilva riaccendono le polemiche sul rapporto sbilanciato tra Italia e Francia» facendo riferimento al testo dell’articolo che parlava di «consapevolezza raggiunta dalla premier Meloni che l’Italia e le aziende italiane sono state trattate negli ultimi vent’anni come terra di conquista» dai francesi. Quindi, l’auspicio «di ribilanciare questo rapporto, piantando paletti e invocando reciprocità». Nell’edizione ristampata, cambiato il contenuto, il sommario recita: «I casi Stm, Tim e la fuga di Arcelor dall’Ilva riaccendono le polemiche. Funzionano quando è il business a guidare».
È ovvio che la sfiducia al direttore votata dall’assemblea dei giornalisti non comporta l’automatica cacciata di Maurizio Molinari che, molto probabilmente, rimarrà al suo posto con la fiducia dell’editore John Elkann. (giornalistitalia.it)

 

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