Il Cdr: “Quasi un miracolo dopo l’evacuazione della sede centrale per il Coronavirus”

La Stampa torna in edicola “oggi più che mai”

La redazione centrale del quotidiano La Stampa a Torino

TORINO – La Stampa è online e in edicola. Quasi un miracolo, malgrado le disfunzioni dello smart working, a cui in queste ultime 48 ore tanti colleghi hanno ovviato: chi trasferendosi da Torino ad Asti, chi intervenendo sulle pagine da Roma, da Milano, dalle province e dalla Liguria per garantire l’uscita del giornale.
Un’emergenza – sottolinea il Comitato di redazione – iniziata giovedì mattina con l’evacuazione della sede centrale di via Lugaro, a Torino. Un atto necessario e inderogabile che  è la conseguenza del primo caso di coronavirus riscontrato in un collega poligrafico.
Da diversi giorni il Comitato di redazione aveva sollecitato, a più riprese, “l’esigenza di ridurre le presenze nella redazione centrale agevolando il telelavoro (come espressamente richiesto dal governo nel decreto Conte) e avviando lo smart working. Ma non era stato fatto. Ci si è limitati a lasciare a casa i colleghi che il protocollo nazionale imponeva che stessero a casa”.
“Abbiamo chiesto – spiega il Cdr – garanzie su un piano d’emergenza in caso di evacuazione e ci siamo fidati della sua attuabilità, ma ci si è scontrati con la realtà: il lavoro dall’esterno non garantisce la fluidità dei processi di produzione. Nonostante tutto, ancora una volta abbiamo fatto il miracolo”.
“Assistiamo attoniti ma non silenti – denuncia il Comitato di redazione del quotidiano torinese – ad un modo di procedere che viaggia sempre sul filo del baratro, che è il prodotto di tagli indiscriminati con cui La Stampa è stata destrutturata e ridotta ai minimi termini, mentre i dirigenti hanno continuato ad incassare premi di risultato, dividendi e buonuscite da favola”.
I giornalisti de La Stampa “continueranno nei prossimi giorni a garantire l’informazione in un momento così difficile per il Paese, ma fin da ora rifiutiamo che il prezzo di queste incapacità ricada ancora una volta sulla redazione”.
Ricordando di aver “continuato fino all’ultimo istante a lavorare, correndo i propri rischi, nella redazione centrale”, i giornalisti de La Stampa assicurano che proseguiranno “ora a scrivere e affrontare sacrifici anche dalle nostre case. Con il senso di responsabilità – oggi più che mai – che tutti noi abbiamo già dimostrato nel recente passato”. (giornalistitalia.it)

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