Il costo di ogni prepensionato è di 467mila euro. Ma Lorusso non parlava di 350?

Inpgi, più che una smentita un’amara verità

Pierluigi Roesler Franz

Pierluigi Roesler Franz

Raffaele Lorusso

Raffaele Lorusso

ROMA – Il comunicato Inpgi sulla querelle prepensionamenti non smentisce solo Daniela Stigliano della Giunta Esecutiva Fnsi, ma anche il segretario generale della Fnsi e consigliere di amministrazione Inpgi, Raffaele Lorusso.
Mi sembra che nell’esauriente e ben documentato comunicato stampa, con annessi allegati contabili, del direttore generale dell’Inpgi, Mimma Iorio, vi sia un evidente lapsus quando si attribuisce esclusivamente a Daniela Stigliano della Giunta Esecutiva della Fnsi l’affermazione del tutto erronea che ogni prepensionato costi all’Inpgi 350 mila euro, anziché 467 mila euro.
Si legge, infatti, testualmente nel documento del direttore generale Inpgi: “Ma il vero fattore che evidenzia l’erroneità della stima effettuata è costituito dall’importo di 350 mila euro preso a riferimento dalla Stigliano per indicare il costo medio di ciascun prepensionamento. Tale dato è del tutto infondato e fuorviante. Infatti, è un valore che si basa su una media pensionistica di circa 63.000 euro annui, inferiore a quella risultante sulla base degli effettivi trattamenti potenzialmente erogabili, la cui media è invece di circa 75.000 euro annui e che non tiene conto della quota di onere relativo allo scivolo permanente sul trattamento erogato, da considerare in un arco temporale di 20 anni di durata, che porta il costo reale stimato di ciascun prepensionamento a 467 mila euro. Utilizzando tale importo (che, ovviamente, costituisce un valore medio, tenuto conto che, sul piano reale, esistono singole fattispecie «limite» nelle quali il costo è addirittura superiore ai 600mila euro) quale parametro per individuare il numero massimo di unità coperte dal finanziamento che si renderà disponibile nell’intero periodo 2009-2019, il risultato che si ottiene è pari ad 860 prepensionamenti e non – come affermato nella nota – a 1.029”.
Peccato, però, che la collega Stigliano nella sua nota avesse ripreso un dato reso noto ad Ancona il 18 aprile scorso (vedere nota Ansa riportata in calce e pubblicata sul sito della Fnsi) dal segretario della Fnsi, Raffaele Lorusso, che é anche consigliere di amministrazione Inpgi, dato che non era stato mai smentito prima dall’Inpgi. Lorusso aveva, infatti, dichiarato che: “Un singolo prepensionato costa 350 mila euro, e ad oggi solo di soldi pubblici avremmo bisogno di 60 milioni di euro, più un terzo pagato dagli editori”.
Ciliegina finale. Commentando il comunicato Inpgi, il segretario della Fnsi Lorusso, ha fatto pubblicare sul sito della Fnsi una dichiarazione dal titolo «Lorusso: “Sgombrato il campo da strumentalizzazioni e insinuazioni. Chi ha montato la polemica ad arte dovrebbe tacere e riflettere”», dimenticandosi, quindi, delle sue affermazioni di 50 giorni fa.
“I dati diffusi dal direttore generale dell’Inpgi sull’effettivo peso economico dei prepensionamenti – afferma, infatti, il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso – fanno chiarezza e sgombrano il campo da strumentalizzazioni, dietrologie e insinuazioni. Tutto il resto rientra nel campo delle elucubrazioni mentali di chi, pur di conquistare visibilità, disegna scenari di pura fantasia, lanciandosi in operazioni di mera nostalgia. Ancor più patetico è poi il tentativo, che si qualifica da solo, di chi, dopo aver dovuto incassare una smentita su tutta linea, anziché tacere, tenta di costruire ad arte, con la sponda di qualche sedicente Solone, un’inesistente contraddizione fra le precisazioni fornite dal direttore generale dell’Inpgi e quanto comunicato dalla Fnsi”.

Pierluigi Roesler Franz
Sindaco Inpgi

Lorusso: “Troppi abusi sugli stati di crisi Servono regole certe e criteri stringenti”

ANCONA – Intervenendo ad Ancona all’assemblea annuale del Sindacato Giornalisti Marchigiani, il segretario generale della Fnsi Raffaele Lorusso ha affrontato alcune questioni di cogente attualità per la professione.
L’occupazione, innanzitutto. “Non possiamo chiedere l’intervento pubblico per distruggere occupazione: noi giornalisti – ha detto Lorusso – dobbiamo richiamare editori e Governo ad assumersi le proprie responsabilità, ad introdurre regole certe, ad esempio i bilanci certificati, per il riconoscimento degli stati di crisi nelle aziende editoriali”.
“La disponibilità economica del Governo per i prepensionamenti – ha ricordato il segretario della Fnsi – di fatto è esaurita. C’è stata una corsa degli editori ai prepensionamenti, e i soldi del Governo sono tutti impegnati fino al 2019, con una lista d’attesa di 224 giornalisti, e altri che arriveranno. Questo non è un modo serio di affrontare le situazioni di vere crisi aziendali’”.
Un singolo prepensionato ‘“costa 350 mila euro, e ad oggi – ha aggiunto Lorusso – solo di soldi pubblici avremmo bisogno di 60 milioni di euro, più un terzo pagato dagli editori”.
Le aziende editoriali dichiarano “crisi prospettiche”, per ottenere i prepensionamenti, ma in questo modo, ha aggiunto Raffaele Lorusso, “si è arrivati ad uno squilibrio consistente della nostra cassa di previdenza, l’Inpgi, di circa 90 milioni di euro: trenta milioni derivano dagli ammortizzatori sociali, 20 sono conseguenza dei prepensionamenti e dei mancati versamenti contributivi, visto che i giornalisti mandati a casa non sono vengono sostituiti da nuovi assunti’”.
Secondo il segretario della Federazione nazionale della stampa “bisogna aprire il circuito contrattuale, e portarci dentro più gente possibile, grazie ad un patto intergenerazionale fra chi è in pensione, chi lavora e spera di entrare a lavorare”.
Lorusso ha poi parlato della situazione delle agenzie di stampa. “Il confronto con il Governo – ha detto il segretario Fnsi – sulla razionalizzazione delle convenzioni con le agenzie non sarà né semplice né breve”.
“La Federazione nazionale della stampa – ha aggiunto Lorusso a proposito delle possibili fusioni fra agenzia di stampa – ritiene che il Governo debba pretendere la salvaguardia dell’occupazione”.
“Abbiamo chiesto che ai fini delle valutazioni sulle singole agenzie siano considerati solo i posti di lavoro a tempo pieno e indeterminato e siamo in attesa delle direttive dell’Esecutivo che spinge perché le agenzie più piccole avviino un processo di integrazione”. “Certo – ha osservato Lorusso – non si può difendere l’indifendibile, e se un’azienda sta in piedi solo se il Governo paga un problema c’è. Un progetto di impresa deve essere improntato alla sostenibilità”. (Ansa, 18 aprile 2015)

 

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