Valenti (Il Quotidiano): “Non ci fermeranno”. Parisi (Fnsi): “Lo Stato batta un colpo”

Incendiata l’auto del giornalista Pasqualino Rettura

Pasqualino Rettura

Pasqualino Rettura

Rocco Valenti

Rocco Valenti

LAMEZIA TERME (Catanzaro) – “Qualcuno, di notte, ha dato fuoco ad un’automobile in uso alla moglie del nostro cronista di Lamezia Terme, Pasqualino Rettura”. Così il direttore del Quotidiano del Sud, Rocco Valenti, commenta sul giornale l’ennesima, vigliacca intimidazione compiuta in Calabria ai danni di un giornalista. Nel mirino, questa volta, c’è Pasqualino Rettura, 51 anni, giornalista pubblicista iscritto all’Ordine della Calabria dal 30 giugno 2000 e corrispondente del Quotidiano del Sud da Lamezia Terme.
“Solo per la circostanza che un parente si sia accorto subito dell’attentato, e insieme a Rettura sono riusciti a spegnere le fiamme, l’auto è rimasta danneggiata solo nella parte anteriore. Diversamente – evidenzia Valenti – avremmo scritto della sua distruzione e, probabilmente, di quella di un’altra vettura, quella del nostro giornalista, che era parcheggiata poco più avanti, sotto l’abitazione di Rettura, in una zona illuminata da un potente faro. Proprio questa circostanza potrebbe aver indotto gli ignoti a prendere di mira l’auto che si trovava in una zona più nascosta”.
Per appiccare il fuoco all’autovettura, gli ignoti malviventi si sono serviti di una bottiglietta di benzina rinvenuta, a pochi metri, dal mezzo dagli agenti del Commissariato di Lamezia Terme della Polizia, che conducono le indagini assieme a quelli della Squadra Mobile della Questura di Catanzaro. Pasqualino Rettura è stato già sentito dagli investigatori della polizia di Stato riguardo alla sua attività professionale, giacché difficilmente l’intimidazione risulta inquadrabile in altri contesti. Nella sua attività di cronista, Pasqualino si occupa prevalentemente di nera e giudiziaria e, tra l’altro, ha più volte scritto di criminalità organizzata e inchieste che coinvolgono personaggi politici accusati di compravendita di voti.
Il Quotidiano del Sud“Ecco, questa è una notizia, – sottolinea Rocco Valenti – il racconto di un fatto: si parte da elementi raccolti sul campo o appresi da fonti qualificate e, quindi, di grande affidabilità, e si scrive la notizia. Cioè quello che fanno ogni giorno i giornalisti, in una regione dove è sempre più difficile farlo e non solo per la crisi, ma perché continuano ad esserci vigliacchi e farabutti che pensano (sbagliando) di poter fermare il racconto, senza considerare che quel racconto siamo tanti a farlo e siamo tantissimi a voler continuare a farlo. È davvero fuori strada chi pensa di fermare quel racconto mandando minacce e proiettili via posta, incendiando automobili, coltivando propositi di vendetta (grazie ai quali, per esempio, un altro collega del Quotidiano vive sotto scorta – Michele Albanese, ndr – da un anno e mezzo e un altro ancora è da mesi sorvegliato dalle forze dell’ordine con più discrezione ma con non meno attenzione)”.
“Come detto in altre occasioni (purtroppo non rare), il problema – aggiunge il direttore del Quotidiano del Sud – riguarda i giornalisti non solo di questo giornale, ed è bene ribadire pure che ogni qualvolta accade a un nostro giornalista non siamo neppure sfiorati dall’idea che vicende come questa siano da considerare stellette al merito o, peggio ancora, motivo di propaganda. Sono semplicemente delle schifezze che continuano ad amareggiarci, a farci sentire un po’ più soli, di quella solitudine che purtroppo neppure fiumi di solidarietà riescono a smorzare”.

Carlo Parisi

Carlo Parisi

“Purtroppo – commenta il segretario generale aggiunto della Fnsi, Carlo Parisi, che è anche segretario regionale, l’amara riflessione del collega Rocco Valenti è la vera questione posta da anni dal Sindacato Giornalisti della Calabria e rilanciata, all’indomani dell’ennesima intimidazione subita da un altro collega del Quotidiano del Sud, Francesco Mobilio, assieme al suo predecessore alla guida della redazione di Vivo Valentia, Pietro Comito.
La piena e convinta solidarietà a Pasqualino Rettura, ai colleghi del Quotidiano del Sud ed a quanti continuano a credere in questa professione sotto attacco da tutti i punti di vista, serve solo a confortare il silenzioso lavoro che, quotidianamente, tanti cronisti svolgono senza alcuna tutela e troppo spesso senza il giusto riconoscimento economico e professionale”.
“Il problema – ricorda il segretario del Sindacato dei giornalisti – ha un nome che non solo in Calabria, ma in tutto il Paese, consente a tanti, troppi delinquenti – soprattutto in giacca e cravatta – di lanciare messaggi di odio e di terrore a quanti si sforzano di denunciare il malaffare in nome della normalità di cui tutti abbiamo bisogno: impunità. Condizione, questa, che non spetta certamente a giornali e giornalisti combattere, ma a magistrati e forze dell’ordine smascherare, condannare e assicurare alle patrie galere.
In queste terre di ’ndrangheta e allegra – è un eufemismo – gestione amministrativa, caro Rocco Valenti – conclude Carlo Parisi – siamo pienamente d’accordo: non servono fiumi di solidarietà, convegni, marce, girotondi e fiaccolate, ma servono giustizia e lavoro, prerogative fondamentali per la libertà. Giustizia per non subire intimidazioni, molestie e umiliazioni: in ogni attività ed a tutte le latitudini; lavoro (vero, pagato e rispettato) per non dover elemosinare contratti e compensi dignitosi e funzionali a mangiare, vivere una vita decente e comprare i libri di scuola ai figli che – si spera – magari un giorno possano avere un futuro migliore di quello dei loro padri”. (giornalistitalia.it)

La solidarietà dell’Odg Calabria: “Gesto vigliacco e criminale”

CATANZARO – “Il gesto intimidatorio di cui è stato vittima il giornalista Pasqualino Rettura rappresenta l’ultimo tentativo, in ordine di tempo, di limitare e condizionare la libera attività di chi, per lavoro, si occupa di cronaca e di informazione. L’episodio si aggiunge ad un ormai lungo elenco di intimidazioni perpetrate ai danni di giornalisti calabresi particolarmente impegnati sul terreno della cronaca nera e giudiziaria”. È quanto sostiene il presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Calabria, Giuseppe Soluri.
“La reazione e la solidarietà espressa a Pasqualino Rettura dai colleghi, dalla società civile e dalle Istituzioni – aggiunge  il presidente dell’Odg calabrese – confermano che la violenza e le intimidazioni non possono in alcun modo raggiungere il loro scopo ed anzi ottengono l’effetto contrario dando più forza a chi, come Rettura, ogni giorno si limita a fare onestamente e correttamente il proprio lavoro di cronista”.
“Nell’esprimere a Pasqualino Rettura ed al suo direttore Rocco Valenti la solidarietà più piena e forte dell’Ordine dei Giornalisti della Calabria, sono certo – conclude Soluri – che magistratura e forze dell’ordine sapranno presto fare luce sul gesto vigliacco e criminale subito dal nostro collega”.

2 commenti

  1. Sebastiano Barbanti (deputato XVII Legislatura)

    Iniziamo il nuovo anno così, con una nuova intimidazione ai danni di un giornalista lametino. Temo ormai anche una certa propensione all’abituarsi a tali gesti vigliacchi, che hanno come solo obiettivo, l’isolamento dell’uomo, il terrore della famiglia e la mitigazione del giornalista, cosa che io mi rifiuto a fare nella maniera più assoluta.
    Quindi come atto concreto di vicinanza al giornalista del Quotidiano ed alla sua famiglia, mi rendo subito disponibile a portare in parlamento qualsiasi azione volta a dare luce a chi viene ingiustamente e vigliaccamente preso dimira per aver fatto il proprio lavoro onestamente.

  2. Antonio Scalzo (consigliere regionale Pd della Calabria)

    Esprimo solidarietà al giornalista lametino de Il Quotidiano, Pasqualino Rettura, destinatario di un grave atto intimidatorio. L’incendio di una delle automobili della sua famiglia è un chiaro tentativo di condizionare la sua attività professionale, operato da chi spera di impedire ai giornalisti di lavorare liberamente per informare l’opinione pubblica lametina e calabrese.
    Oggi la stampa è esposta a rischi sempre più gravi. Negli ultimi tempi sono stati numerosi e allarmanti gli episodi ai danni di rappresentanti di questa categoria. Tutto ciò ci preoccupa fortemente.
    Colpire i giornalisti significa indebolire la tenuta stessa del sistema democratico della nostra regione e depotenziarlo nella difficile lotta al malaffare e alla criminalità. La Calabria non può più accettare tutto questo. Siamo vicini alla famiglia di Pasqualino Rettura, al quale chiediamo di andare avanti con determinazione nel suo lavoro.

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