Ritiro delle denunce contro chi lo ha insultato, ma arresto preventivo di 17 giornalisti

Il bastone e la carota, ma Erdogan è inaffidabile

arresti Turchia

Recep Tayyip Erdoğan

Recep Tayyip Erdoğan

ISTANBUL (Turchia) – In bastone e la carota. Un tribunale turco ha ordinato nella notte l’arresto preventivo di 17 giornalisti accusati di legami con Fetullah Gulen, l’islamista che il governo di Ankara considera l’ispiratore del fallito golpe del 15 luglio.
I 17 giornalisti sono perseguiti per appartenenza a “un gruppo terroristico”. Venerdì ne erano comparsi dinanzi al giudici 21, solo quattro dei quali sono stati rimessi in libertà. Nei giorni delle purghe dopo il fallito golpe, Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, dà – o vuol far credere di dare, ndr – un segnale di buona volontà annunciando che ritirerà tutte le denunce che ha presentato contro quelli che lo hanno “insultato”.
Il presidente ha annunciato la decisione nel corso di un evento ad Ankara in onore delle vittime dello scorso 15 luglio. “Per una sola volta, voglio perdonare e ritirare tutte le denunce contro le molte mancanze di rispetto e insulti contro la mia persona”, ha detto.
Nei quasi due anni di Erdogan alla presidenza turca quasi 2mila persone hanno subito denunce per ingiurie contro il capo dello Staro, in alcuni casi solo per scherzi o commenti o attraverso le reti sociali.
In Turchia, insultare il capo dello Stato può portare in carcere fino a 5 anni e mezzo, ma nel passato i presidenti turchi non hanno praticamente mai denunciato alcuno. Invece con Erdogan sono state presentate denuncie a comici, vignettisti, giornalisti, personaggi pubblici e persino a due ragazzini, due minori di 12 e 13 anni, accusati di aver insultato il presidente affiggendo un manifesto. E la denuncia per insulti contro il comico tedesco, Jan Böhmermann, che ha dedicato un poema satirico a Erdogan, ha scatenato persino una crisi diplomatica con la Germania, in un momento, tra l’altro, in cui la Turchia è un alleato fondamentale dell’Europa per controllare l’immigrazione e l’arrivo dei rifugiati. (Agi)
E lo stesso presidente turco,commentando con i giornalisti ad Ankara i timori espressi dall’Occidente per le epurazioni che hanno seguito il fallito golpe militare del 15 luglio, ha dichiarato che l’Unione Europea (Ue) e gli Stati Uniti non devono dare consigli alla Turchia, bensì “occuparsi degli affari loro”.  Ieri il ministro dell’Interno turco, Efkan Ala, ha annunciato che sono state arrestate 18.044 persone dal fallito colpo di Stato e che per 9.677 di loro è stata confermata la misura del carcere.
“Alcune persone ci danno consigli. Dicono che sono preoccupate. Fatevi gli affari vostri! Guardate le vostre azioni”, ha affermato Erdogan, citato dai media locali. “Non una singola persona ci ha fatto le condoglianze né dall’Unione Europea né dall’Occidente (per i morti del golpe, ndr) e poi dicono che «Erdogan è così arrabbiato»”, ha spiegato.
“Questi Paesi o leader che non sono preoccupati della democrazia della Turchia, delle vite della nostra gente – mentre lo sono molto del destino dei golpisti – non possono essere nostri amici”, ha proseguito il presidente turco, aggiungendo di aver ritirato, come gesto di buona volontà, centinaia di cause legali avviate contro chi lo avrebbe insultato.
Intanto otto soldati turchi e 35 miliziani del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk) sono morti in una nuova ondata di scontri registrata nel sud-est della Turchia. Lo ha riferito l’agenzia di stampa Dogan, citando fonti dell’esercito, secondo le quali i miliziani hanno assaltato nella notte un checkpoint dell’esercito su una strada vicino Cukurca.
Sempre stando alle stesse fonti, gli insorti sono rimasti uccisi in due distinte operazioni nella provincia di Hakkari. Secondo invece l’agenzia di stampa filo-curda Firat, sarebbe più alto il numero dei soldati caduti nei combattimenti. (Adnkronos)

Erdogan assume il controllo diretto di 007 ed esercito
ANKARA (Turchia) – Nuovi cambi e regolamenti di conti nella Turchia post golpe. Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha annunciato che porrà sotto il suo controllo diretto sia i servizi segreti (Mit) che le forze armate che riferiranno direttamente e solo a lui e non più al governo. Non solo. Chiuderà tutte le scuole militari (molti cadetti sono accusati di aver partecipato al fallito putsch e sono stati arrestati) e creerà, invece, un’accademia militare nazionale a livello universitario.
Per raggiungere i suoi obiettivi Erdogan ha spiegato che “presenterà” un piccolo pacchetto di riforme costituzionali che se approvate (il suo partito l’Akp controlla il Parlamento monocamerale con 330 seggi su 550, ndr) porteranno i servizi segreti (Mit) e lo stato maggiore sotto il controllo della presidenza”, ha spiegato Erdogan alla televisione A-Haber aggiungendo che tutte “le scuole militari saranno chiuse e che sarà fondata un’università militare (accademia, ndr) nazionale” come parte di una riforma piu’ ampia delle forze armate turche. (Agi)

 

 

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