La diocesi di Savona - Noli perde il suo autorevole giornale...anche “per colpa dei preti”

Il Letimbro chiude dopo 132 anni di storia

SAVONA – Il “Letimbro”, periodico cattolico della diocesi di Savona e Noli, ha annunciato che con la fine dell’anno cessa le pubblicazioni e non sarà più in edicola. Si abbassa, così, la serranda su un pezzo autorevole di storia.

Giovanni “Nanni” Bosco

Il giornale ha 132 anni di vita. Era nato agli sgoccioli dell’Ottocento e aveva attraversato il Novecento conquistando consensi e credibilità. Era arrivato a vendere 15 mila copie. Poi la tiratura è progressivamente calata al punto che il periodico, da cadenza settimanale, ha dovuto limitarsi all’uscita mensile.
La testata, adesso, è affidata Giovanni “Nanni” Bosco, giornalista professionista in pensione dal quotidiano Il Secolo XIX che svolge le funzioni di direttore. Il direttore responsabile, tuttavia, è don Angelo Magnano, che è anche vicario generale della diocesi. Che stesse arrivando il tempo della chiusura è apparso evidente da quando il collegio dei consultori, il consiglio presbiterale e il consiglio pastorale hanno relazionato al vescovo Calogero Marino, evidenziando una serie di criticità.

Calogero Marino, vescovo di Savona-Noli

A sciogliere ogni dubbio l’editoriale comparso sul numero in edicola. L’articolo non è firmato e utilizza il plurale a dare il segno della coralità di valutazioni: «Ci è sembrato giusto – scrivono –fare chiarezza per i nostri lettori. La decisione è stata condizionata dagli abbonamenti in calo, dal continuo aumento delle spese e dalla carta e poi ancora dalla pubblicità in netto calo».
Il “Letimbro” (che prende il nome dal fiume che, attraversando questa terra, la qualifica geograficamente) fin dall’esordio aveva pretese di proporsi al pubblico come giornale d’informazione a 360 gradi.
Non un foglio di sacrestia, insomma, ma un periodico in grado di affrontare tematiche civili, entrare nelle dinamiche amministrative, dare conto dell’evoluzione dei costumi con puntuali servizi d’inchiesta. Per anni, ha raccontato il territorio, le sue tradizioni, le feste di paese e le trasformazioni che lo interessavano. La scelta di non parlare dal pulpito ma di scendere fra la gente per registrane critiche e proposte era piaciuta. Adesso, evidentemente un po’ meno. «Infatti – aggiungono – c’è anche un motivo squisitamente ecclesiale che non va sottaciuto perché chi l’ha apprezzato meno (sia detto senza intenti polemici) è stato talvolta proprio il contesto di casa: preti, parrocchia e via dicendo». I quali, a seconda delle angolature di visuale, accusavano di essere troppo allineato alle istituzioni e di parlare poco di chiesa. Oppure di parlarne troppo senza sottolineare gli argomenti importanti.
In ogni caso proprio i sacerdoti «lo hanno diffuso poco se non proprio ignorandolo». La conclusione dell’editoriale è rammaricata: «ogni opinione è legittima ma poi non ci si deve lamentare se ne derivano certe conseguenze», Il Letimbro diventerà probabilmente una new letter digitale. (giornalistitalia.it)

Riccardo Del Boca

Il Letimbro

Fondato nel 1892, il mensile Il Letimbro è uno dei più antichi periodici italiani. Stampato da Industrie Tipografiche Sarnub di Cavaglià (Biella) con una tiratura di 5000 copie da 24 pagine, contiene inchieste, interviste, approfondimenti, notizie culturali nel dorso “Il Leggio” e dal mondo ecclesiale nel “Laudato sì”. Collabora con l’Ufficio Stampa e il Servizio per le Comunicazioni Sociali. Aderisce alla Federazione Italiana Settimanali Cattolici.
«Lavorare nel periodico diocesano significa “sentire” in modo particolare la Chiesa locale, vivere la prossimità alla gente della città e dei paesi e soprattutto leggere gli avvenimenti alla luce del Vangelo» (papa Francesco)

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