Durissimo documento dei giornalisti per un serio piano di rilancio. Il Cdr si dimette

“E Repubblica sarebbe il giornale dei diritti ?”

ROMA – «L’irrituale comunicazione della riorganizzazione del lavoro, la riassunzione di un collega che pure aveva preso una buonuscita aziendale – a dispetto della richiesta di dare priorità all’assunzione di precari storici e jobs act – e le deludenti risposte in merito a problemi specifici, costringono l’assemblea dei giornalisti di Repubblica a chiedere un più serrato confronto con direzione e azienda, seriamente mirato al rilancio del giornale su carta e sul digitale».
Venti di guerra al quotidiano la Repubblica, dove l’assemblea dei giornalisti (231 votanti su 325 aventi diritto al voto) ha approvato (142 sì, 81 no, 8 astenuti) un documento che, di fatto, ha sfiduciato il Comitato di redazione (Gianluca Borgioli, Antonio Di Costanzo, Luca Iezzi, Romina Marceca, Andrea Montanari) costringendolo alle dimissioni.
Un documento pesante come un macigno, nel quale l’Assemblea dei giornalisti non usa mezzi termini nei confronti della proprietà, il Gruppo Editoriale Gedi, presieduto da John Elkann, acquisito nel 2020 dalla famiglia Agnelli: «Ci definiamo “giornale dei diritti”, ma al nostro interno carenze d’organico, mancate sostituzioni maternità, inadeguate assunzioni di precari alla fine dei loro contratti e tagli di budget, minano l’equilibrio produttivo della redazione e la fiducia in un progetto a più lunga scadenza.

John Elkann, presidente di Gedi

A fronte di uno stato di crisi e di un patto per l’innovazione firmato, molti problemi restano irrisolti e si accumulano ritardi inaccettabili. Le nuove iniziative editoriali annunciate nei mesi scorsi non hanno riscontro nei fatti. Va affrontata la questione del marketing e del prezzo del quotidiano, esageratamente superiore a quello di altri. Servono inoltre risposte circostanziate sul calo di copie in edicola. E sul perché si stia rinunciando a un rilancio della carta, che i nostri competitor non ritengono affatto residuale».
«Vogliamo poi denunciare – si legge ancora nel documento – i disservizi all’offerta digitale che vanificano parte del nostro lavoro. L’edizione digitale, focus del rinnovamento, non gode di investimenti concreti. E la strumentazione tecnica è incompatibile con le esigenze di un giornale che sostiene di scommettere sull’innovazione. Chiediamo dunque un dettagliato programma d’investimenti e miglioramenti tecnologici».

Il direttore Maurizio Molinari

«La nostra disponibilità a farci carico di nuovi progetti, tecnologie e modelli di business – sottolinea l’Assemblea – non è in discussione. Eppure la nostra offerta di collaborazione non trova il sostegno concreto dell’azienda. La questione non più rinviabile dell’organizzazione del lavoro non deve tramutarsi nell’ennesimo aumento dei carichi e deve essere parte di una dettagliata strategia».
«Chiediamo, dunque, – conclude l’Assemblea – di presentare un piano all’assemblea di redazione che lo sottoporrà a voto. Non c’è più tempo. I giornalisti di Repubblica sono stanchi di promesse vaghe su risultati che non arrivano. Gli incontri estivi non hanno aperto strade da intraprendere insieme. Eppure il momento storico è tale da richiedere impegni concreti immediati. Siamo determinati ad alzare il livello dello scontro in mancanza di risposte adeguate. Ne va della nostra reputazione ed è nell’interesse dei lettori che ci danno fiducia». (giornalistitalia.it)

La redazione del quotidiano la Repubblica

Il comunicato del Cdr

Il Comitato di Redazione, preso atto dell’esito della votazione, rassegna le proprie dimissioni con effetto immediato. Il Cdr coglie l’occasione per ringraziare tutti coloro che in questi mesi, pur nei diversi ruoli, hanno collaborato con noi. Il Cdr si attiverà per arrivare a una rapida successione.

La sede di Repubblica, al numero 90 di via Cristoforo Colombo a Roma

Il comunicato dell’Azienda

L’Azienda ritiene che il documento votato dall’Assemblea dei giornalisti di Repubblica contenga affermazioni in alcuni casi inesatte, in altri infondate.
Ciò premesso, come dimostrato dagli accordi sottoscritti con la Direzione e la redazione in questi anni caratterizzati da drammatiche discontinuità, l’Azienda mai si è sottratta a un confronto leale, trasparente e tempestivo e tale resterà la sua linea nel dialogare con la nuova rappresentanza sindacale non appena sarà costituita.
Con l’occasione l’Azienda ringrazia il Cdr uscente per il lavoro svolto insieme in questi mesi.

 

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