L’Ordine nazionale: «Il calcio ha bisogno di libertà, cultura e rispetto dei ruoli»

Spalletti al giornalista: «Chi t’ha mandato?»

Roberto Maida

Roberto Maida

Luciano Spalletti

Luciano Spalletti

ROMA – Ancora una brutta pagina per la stampa sportiva, costretta a fare i conti con una conferenza show dai toni decisamente indecorosi. Protagonista l’allenatore della Roma, Luciano Spalletti, che, davanti ai giornalisti, in quella che doveva essere una tranquilla conferenza stampa dopo l’eloquente vittoria contro il Palermo (4 – 1), non solo ha perso le staffe e utilizzato espressioni decisamente fuori luogo, ma ha addirittura preso a testate la scrivania.
Il tecnico della Roma se l’è presa, in particolare, con Roberto Maida del Corriere dello Sport che aveva “osato” chiedere all’allenatore giallorosso: “È l’ambiente che non aiuta?”:«Chi t’ha mandato? Voglio sapere chi t’ha mandato – ha detto, avvelenato, al giornalista –. Vuoi ritornare a fare la stessa manfrina del “qui non si può lavorare”? Qui si lavora benissimo. Mamma mia… Invece di parlare della vittoria per 4-1… È una roba incredibile!».
Dura reazione del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti che “esprime solidarietà al collega Roberto Maida, giornalista del Corriere dello Sport, al quale l’allenatore della Roma Luciano Spalletti ha rivolto l’accusa di manovre opache contro la società di calcio, a fronte di una semplice domanda su un argomento peraltro sollevato dallo stesso allenatore”.
“Non è il primo tentativo di mettere il bavaglio ai giornalisti sportivi, – incalza l’Ordine nazionale – da parte di autorevoli personaggi di società calcistiche. Ribadiamo con forza quanto dovrebbe essere generalmente noto. Un giornalista non deve far felice il potente di turno, ma raccontare ciò che succede. Il giornalista risponde alla propria coscienza, al direttore del giornale ma soprattutto ai lettori. Non ai presidenti o agli allenatori di un club”.
Insomma, “il Consiglio Nazionale dell’Ordine stigmatizza il comportamento dell’allenatore Spalletti e ricorda che anche il calcio ha bisogno di libertà, cultura, educazione e rispetto dei ruoli”. (giornalistitalia.it)

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