Cgil e Cisl al fianco di tecnici e amministrativi. Parisi (Fnsi): “Niente figli e figliastri”

Teleuropa e Telestars: sciopero e rabbia

La sede di Teleuropa e Telestars in contrada Cutura di Rende

La sede di Teleuropa e Telestars in contrada Cutura di Rende

RENDE (Cosenza) – Battuta d’arresto al disperato tentativo di trovare una soluzione decorosa per scongiurare il tracollo dell’emittente televisiva cosentina Teleuropa, che ha attivato la procedura per il licenziamento collettivo di 11 dipendenti su 22 in organico. Dalla procedura (ai sensi dell’art. 4 e 24 della legge 223/91) sono, infatti, interessati 9 impiegati tecnici e amministrativi su 15 e 2 giornalisti su 8 con una sola esclusione: il direttore responsabile Attilio Sabato, tra l’altro l’unico ad aver mantenuto il contratto di lavoro a tempo pieno rispetto a tutti gli altri 21 che, in occasione del precedente stato di crisi, avevano accettato la riduzione dell’orario di lavoro al 60%. Ed un solo giornalista ha, inoltre, goduto del privilegio di ottenere una regolarità di pagamento doppia rispetto ai colleghi: attende, infatti, 5 mensilità arretrate rispetto a tutti gli altri arretrati di 10.
La motivazione ufficiale dell’azienda rappresentata dal commercialista Ugo Cappelli, portavoce dalla famiglia Gatto, imputa la procedura di licenziamento collettivo alla “crisi di liquidità che ha portato ormai al deterioramento dei rapporti con il personale dipendente e con i fornitori di materie prime e servizi che attendono da diversi mesi i pagamenti delle loro competenze”, associata alla disdetta o, comunque, al notevole ridimensionamento degli investimenti pubblicitari sull’emittente con “conseguente drastica contrazione dei fatturati previsti” che avrebbe incrementato la posizione debitoria, rispetto al 2013, di oltre mezzo milione di euro.
Le organizzazioni sindacali, Sgc-Fnsi, Slc-Cgil e Fistel-Cisl cominciano, però, a nutrire qualche dubbio sul destino dell’azienda, alla luce degli sviluppi dell’esame congiunto che, dopo il terzo incontro di giovedì scorso in Confindustria, è stato aggiornato a mercoledì prossimo, 5 agosto.
Davanti al rappresentante di Confindustria Cosenza, Pierpaolo Mottola, con un autentico “coup de théâtre”, i segretari regionali di Slc Cgil e Fistel Cisl, Carmine Pasturi e Franco Canino, ed il navigato Carlo Cerchiara della Slc-Cgil, hanno messo sul tavolo la dichiarata disponibilità di ben 8 lavoratori (su 9 esuberi individuati tra il personale tecnico e amministrativo) a sottoscrivere la mobilità volontaria e, addirittura, la rateizzazione delle dieci mensilità arretrate e del Tfr in 11-12 rate mensili, purché accompagnate da un piccolo incentivo di 5mila euro netti da corrispondere all’atto della conciliazione. Una boccata d’ossigeno, insomma, per ridare immediatamente fiato alle loro famiglie.
TeleuropaMa il colpo di scena, recepito da Ugo Cappelli che aveva subito chiesto una pausa per contattare telefonicamente l’azienda, è stato gettato alle ortiche dalla proprietà alla quale era stata servita, su un piatto d’argento, la possibilità di ottenere quasi completamente la riduzione d’organico risparmiando, tra l’altro, almeno altre quattro mensilità (delle quali due di mancato preavviso) che andranno ad aggiungersi in caso di mancato accordo. Quello che, per disperazione, i lavoratori avevano ipotizzato essere un vero e proprio “atto di liberazione”, dopo anni  di sacrifici durissimi che hanno finito per creare seri problemi di sopravvivenza a tante famiglie, non è stato apprezzato dall’azienda, che fa finta di non sapere che tra di essi c’è chi, con 18 anni di servizio, ha dedicato la propria vita a Teleuropa, con serietà e responsabilità, continuando erroneamente a sperare di mantenere il posto di lavoro che, nei periodi di vacche grasse, ha consentito alla proprietà di incassare fior di quattrini e prestigio.
L’azienda, insomma, invece di accogliere al volo la proposta, l’ha gettata alle ortiche “rilanciando”, naturalmente al ribasso, con una proposta di “incentivo” di 3mila euro, ma da corrispondere entro il 30 settembre, fatte salve le dimissioni immediate da formalizzare entro una settimana.
“Un’intollerabile provocazione”, hanno replicato Slc-Cgil e Fistel-Cisl che, interpretando la legittima rabbia dei lavoratori, incontrati ieri in assemblea, hanno proclamato lo stato di agitazione e l’astensione dal lavoro per l’intero turno di lunedì 3 e martedì 4 agosto, di tutti i dipendenti di Teleuropa e Telestars, con presidio davanti alla sede dell’azienda di Contrada Cutura di Rende.
“Con la proclamazione dello stato di agitazione – sottolineano Slc-Cgil e Fistel-Cisl – intendiamo con forza respingere gli esuberi del personale tecnico e amministrativo dichiarati con l’apertura della procedura di mobilità del 7 luglio 2015 per Teleuropa e chiediamo l’immediato pagamento delle 10 mensilità arretrate”.
Linea, questa, dalla quale non si è mai discostato il Sindacato Giornalisti della Calabria, presente alla trattativa con il segretario regionale Carlo Parisi (componente della Giunta Esecutiva Fnsi), Raffaella Salamina (Giunta Esecutiva Sgc) e Francesco Cangemi (Dipartimento sindacale). Alla proposta del cosiddetto “incentivo”, che ha provocato la rottura della trattativa, non ha infatti aderito la Fnsi che, assieme a Cgil e Cisl, ha bocciato invece senza mezzi termini l’ulteriore provocazione aziendale di un’ulteriore riduzione dell’orario di lavoro al 35%.
La Fnsi ha, infatti, sempre ricordato la “via Crucis” accettata dai giornalisti (nonostante il parere contrario del Sindacato dei giornalisti) che dal 2011 hanno prima rinunciato al contratto nazionale Fnsi-Fieg, passando al depotenziato Fnsi-Aeranti-Corallo, poi hanno accettato la trasformazione dello stesso da full-time a part-time al 60%, fatta eccezione per il direttore Attilio Sabato rimasto sempre al 100%”.
TelestarsCarlo Parisi, così come in occasione della procedura avviata nel 2012, tra le ipotesi percorribili aveva indicato quella della “cassa integrazione in deroga a rotazione che, sebbene risenta dei pesanti ritardi in materia di erogazione, permetterebbe all’azienda di continuare la propria attività, ridimensionando la spesa e il palinsesto, ed ai lavoratori (che per tanti anni hanno accettato sacrifici sovrumani) di mantenere (naturalmente solo se pagati) il posto di lavoro. Ogni ipotesi di eventuale ulteriore riduzione del part-time danneggerebbe, infatti, pesantemente la già gravemente compromessa posizione previdenziale dei lavoratori”.
Quanto a Telestars, l’emittente televisiva che ha sede nella stessa struttura di Teleuropa, nonostante la formale distinzione delle due persone giuridiche che, comunque, sono in parte identiche e complementari, una delle tre giornaliste in servizio, Patrizia De Napoli, assistita dal Sindacato Giornalisti della Calabria, il 19 maggio scorso si è dimessa per giusta causa rivendicando il pagamento di otto mensilità, della tredicesima, dell’indennità del mancato preavviso e del Tfr, denunciando “il grave inadempimento del datore di lavoro”.
Il Sindacato dei giornalisti continua, dunque, a sperare in un ripensamento dell’azienda in vista dell’appuntamento del 5 agosto prossimo in Confindustria. Nell’attesa esprime massima solidarietà e piena adesione alle iniziative di lotta promosse dalle organizzazioni sindacali Slc-Cgil e Fistel-Cisl a favore dei tecnici e degli impiegati amministrativi, garantendo la tutela sindacale a quanti, tra i giornalisti, intendano esercitare liberamente il diritto di sciopero nelle giornate di lunedì 3 e martedì 4 agosto.
“Con grande senso di responsabilità – sottolinea il segretario del Sindacato dei giornalisti – rimaniamo attivamente impegnati in una vertenza che impone uno sbocco decoroso nell’ambito e nel rispetto delle leggi e dei contratti, finora violati dall’azienda. Confidiamo, insomma, in un «ravvedimento operoso» dell’azienda che metta finalmente al bando logiche di figli e figliastri”.
“Insomma – afferma Carlo Parisi – in gioco a Teleuropa e Telestars non c’è solo il destino di due emittenti il cui futuro, purtroppo, sembra irrimediabilmente compromesso, e non solo a causa della crisi, ma per la colpevole complicità di chi evidentemente disconosce valori irrinunciabili come la dignità umana e professionale. Valore che, in casi come questo, per i giornalisti non è dato dall’essere più o meno disinvolti davanti alla telecamera, ma dall’essere in grado di guardarsi allo specchio. (giornalistitalia.it)

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