Il Cdr e Sergio Staino sparano a zero su Matteo Renzi. Fnsi: “Modalità inaccettabili”

l’Unità, di Democratica “c’è solo l’ipocrisia Pd”

Democratical’UnitàROMA – “Due anni fa esatti l’Unità tornava nelle edicole per volontà di Matteo Renzi e ci tornava con una compagine aziendale e una direzione scelta direttamente dai vertici del Pd. Oggi, mentre i lavoratori de l’Unità sono da due mesi senza stipendio, mentre il giornale non è più nelle edicole perché gli azionisti di maggioranza Guido Stefanelli e Massimo Pessina fra i tanti non hanno saldato i debiti con lo stampatore, il Partito Democratico (che della società editrice del giornale è socio al 20%) lancia il suo nuovo quotidiano on line senza ancora aver fatto nulla di concreto per garantire ai dipendenti de l’Unità almeno il diritto agli ammortizzatori sociali”.
Con questo durissimo attacco, il Comitato di redazione de l’Unità ha accompagnato l’uscita del primo numero di Democratica, il nuovo quotidiano digitale del Partito democratico che intende essere “strumento di intervento nella discussione pubblica e mezzo di informazione e discussione per iscritti, simpatizzanti, amministratori e dirigenti del Pd”.
Democratica è un quotidiano digitale e multimediale, diretto da Andrea Romano, con condirettore Mario Lavia e nove giornalisti in redazione, diffuso gratuitamente nel primo pomeriggio sui social, sul sito del partito e di unita.tv e sulla app Bob.
“E lo fa – denuncia, infatti, il Cdr de l’Unità – dalle pagine di quel blog unita.tv, di cui il Pd è editore attraverso la fondazione Eyu, che del quotidiano fondato da Antonio Gramsci ha per due anni utilizzato indebitamente la testata senza che il Partito Democratico si adoperasse mai, fatte salve le rassicurazioni e le promesse puntualmente inevase, per risolvere una situazione di confusione che tanto danno ha creato al giornale di carta”.

Matteo Renzi

Matteo Renzi

Per i giornalisti del Unità, inoltre, “dopo la coltre di silenzio che è stata calata sulla sorte de l’Unità, dopo le parole del segretario Matteo Renzi che ha cercato di liquidare i problemi del giornale come si trattasse di una crisi industriale privata e non quella di una azienda di cui il Pd è socio e di cui il partito ha contribuito a decretare il fallimento esercitando in questi due anni la propria «golden share», possiamo dire che l’ipocrisia è caduta definitivamente e che il Partito Democratico ha finalmente scoperto le proprie carte seppellendo l’esperienza de l’Unità, la sua storia e il destino di 35 famiglie, preferendo dedicarsi ad un nuovo progetto autoprodotto e autorefenziale. Per quanto amareggiati non siamo affatto sorpresi».
“Sapevamo da mesi – ricorda i Cdr de l’Unità – di essere rimasti da soli a difendere l’Unità, la sua storia e il suo futuro, stretti in una morsa che ha visto per troppo tempo il quotidiano e i suoi lavoratori ostaggi di un braccio di ferro fatto di ricatti e veti incrociati fra l’azionista di maggioranza, la Piesse di Stefanelli e Pessina, e quello di minoranza, il Partito Democratico”.
«Speriamo che il Pd abbia il buongusto di togliere la testata dell’Unità dal blog in cui viene diffuso il nuovo quotidiano online. Lo riteniamo un fatto di rispetto e coerenza”, conclude il Cdr de l’Unità ricordando che “il 30 luglio 2014 la prima pagina del nostro giornale recitava «Hanno ucciso l’Unità». Due anni dopo si svelano gli autori del delitto perfetto, quello di allora e quello di oggi”. (giornalistitalia.it)

Sergio Staino: “Hanno fatto tutto di nascosto”

Sergio Staino

Sergio Staino

ROMA – “Hanno fatto tutto di nascosto, mentre chiedevo incontri ai rappresentanti del Pd, nel frattempo stavano preparando questa nuova iniziativa”. Il direttore de l’Unità, Sergio Staino, punta l’indice contro il direttore di Democratica Andrea Romano, “proprio colui che era il mio condirettore e che avevo allontanato perché rappresentava l’antigiornalismo in persona”.
Durissimo il giudizio sul segretario del Pd, Matteo Renzi: “Era stato lui stesso a chiedere un giornale «non sdraiato sul Pd, ma che favorisse il confronto. Ora, invece, fanno la velina della redazione che diventa il giornale di partito. Ufficialmente c’è ancora, ma in realtà non c’è nulla. I giornalisti sono fermi in attesa di notizie. A maggio non hanno pagato gli stipendi, a giugno nemmeno. C’era un accordo per la cassa integrazione per procedere alla ristrutturazione. Adesso non si sa più nulla”.

Raffaele Lorusso (Fnsi): “Modalità inaccettabili”

Raffaele Lorusso

Raffaele Lorusso

ROMA – «Che il Pd avesse mollato l’Unità era noto da tempo, ma che abbia deciso di farlo in questo modo, senza neanche avvertire i giornalisti che attendono di conoscere il proprio futuro, non è accettabile.  Ad affermarlo è il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, secondo il quale affermare che “il giornale è sequestrato dalla proprietà” è un tentativo maldestro di autoassoluzione. Un’operazione impossibile perché le responsabilità sono evidenti e sono sotto gli occhi di tutti».
«Se il giornale è sequestrato dalla proprietà, come si dice, viene da chiedersi – osserva Lorusso – quali siano le ragioni che impediscono al Pd, che di quella società detiene una quota di minoranza, di liberarsi da quella che, seguendo il ragionamento del partito, è una camicia di forza, e di agire secondo la legge».
Per il segretario generale della Fnsi “è giunto il momento di chiarire i rapporti fra il Pd e i proprietari dell’Unità. Nonostante relazioni industriali da tempo compromesse, la Fnsi è impegnata a riaprire il tavolo del confronto con la proprietà quanto meno per permettere ai giornalisti di recuperare le retribuzioni maturate e di accedere agli ammortizzatori sociali, a questo punto l’unico strumento possibile di sostegno al reddito». (giornalistitalia.it)

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