In partenza per “il portoghese” e chissà che anche stavolta non ci esca un libro

Lorenzo e Angelo sul cammino di Santiago

Lorenzo Del Boca e Angelo Moia pronti a partire per “il portoghese” (foto Giornalisti Italia)

LISBONA (Portogallo) – Lorenzo Del Boca e Angelo Moia staccano lo zaino dal chiodo e si rimettono in marcia. Partenza da Lisbona per arrivare a Santiago, alla tomba dell’apostolo Giacomo (Maggiore). Si tratta di un cammino di un migliaio di chilometri che, quasi per intero, costeggia il bordo dell’oceano Atlantico, risalendo il Portogallo e passando per le regioni più occidentali.

Lorenzo e Angelo a Cabo Roca, il punto più ad occidente del Portogallo e dell’Europa: si parte! (foto Giornalisti Italia)

Il tre volte presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti – prima ancora, della Federazione nazionale della stampa italiana, la Fnsi – e il suo intrepido compagno di avventura immaginano una deviazione di una cinquantina di chilometri per avere l’opportunità di attraversare Fatima. Poi Oporto e ancora – sempre dritto – verso nord. A Tui, si entra in Spagna, in Galizia. Mancano 300 chilometri all’arrivo che, a 34-35 chilometri al giorno, possono essere coperti in una settimana.
Non è la prima volta che la coppia Del Boca-Moia percorre i cammini cosiddetti Jacopei. Insieme, da Saint Jean du Port hanno marciato sul “frances”, passando per Pamplona e Burgos. Quattro anni fa, si sono cimentati in quello “della Costa”, muovendo da Irun, ultimo paese dei Pirenei occidentali, per arrivare a Santiago dopo aver toccato Santa Fè, Bilbao, Santander e Oviedo.

Lorenzo Del Boca e Angelo Moia, dopo aver percorso la Francigena, arrivano in Piazza San Pietro a Roma accolti da Carlo Parisi, direttore di Giornalisti Italia (foto Giornalisti Italia)

L’anno scorso, sui percorsi di Santiago, hanno sperimentato il tratto da Sarrìa a Finis Terra e dove l’antichità collocava il lembo estremo di terra. Nel medioevo, era considerato un luogo di purificazione. I pellegrini ci arrivavano per portare (e lasciare) il peso delle loro colpe dei loro peccati. A simboleggiare quello scaricarsi di inadempienze, buttavano nel mare un indumento che avevano vestito durante il viaggio. Adesso, meglio non inquinare ulteriormente l’acqua già troppo inquinata di suo. Per rispettare la tradizione, i pellegrini devono accontentarsi di lasciare un sasso sul piedistallo che regge la croce dell’estremo est. Che, ormai, è coperta di sassi.
Tuttavia, per belli ed entusiasmanti che siano i percorsi spagnoli per Santiago, il vero amore (podistico) di Lorenzo e Angelo resta la via Francigena, quel serpentone di strada che, per secoli, ha messo in comunicazione Canterbury con Roma.

Ad attendere Lorenzo e Angelo, al loro arrivo a Lisbona, c’è il collega giornalista Edmondo Rho (foto Giornalisti Italia)

Sono 2.300 chilometri che attraversano per intero l’Europa, tagliando per intero Inghilterra, Francia, Svizzera e Italia. Ci sono voluti 62 giorni per percorrerli tutti e, alla fine, Lorenzo e Angelo hanno dovuto ammettere che quella “sfacchinata” era stata “bellissima”. Un’esperienza che l’editrice Utet ha proposto in un libro intitolato, per l’appunto, “Sulla via Francigena”, nato dal “diario di viaggio” pubblicato, via via, da Giornalisti Italia.
Pubblicazione che ha registrato anche un discreto successo di vendita. Al punto che Utet vorrebbe rilanciare l’iniziativa con un secondo progetto. Perché, allora, non cimentarsi in un altro lavoro a quattro mani: “Sul cammino di Santiago”…?  Anche questa volta Giornalisti Italia vi segue passo passo, cari Lorenzo e Angelo. (giornalistitalia.it)

LEGGI ANCHE: “Sulla via francigena”: il libro di Del Boca e Moia

 

I commenti sono chiusi.