Levata di scudi contro la chiusura di tre redazioni e la beffa per i collaboratori storici

La Gazzetta del Mezzogiorno: precari in rivolta

BARI – Le Associazioni di Stampa di Puglia e Basilicata sostengono con forza la dura presa di posizione dei colleghi collaboratori del quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno sulle scelte compiute dall’azienda in merito alla prossima chiusura delle redazioni di Brindisi, Matera e Barletta e alle assunzioni obbligatorie collegate ai prepensionamenti.
Le risposte dell’Editore sulla “meritocrazia” seguita per le nuove assunzioni e sull’inutilità della presenza fisica delle redazioni nei territori rappresentano, a giudizio del sindacato, “una beffa per tutti i precari storici della Gazzetta e per tutti i giornalisti della Gazzetta che dovranno abbandonare la sede di appartenenza”.
Le Associazioni di stampa, anche alla luce delle interrogazioni parlamentari annunciate e delle proteste giunte da diversi esponenti istituzionali lucani, resteranno al fianco di tutti i colleghi e d’intesa con la Fnsi promuoveranno ogni iniziativa utile a tutelare la professionalità e la dignità dei colleghi.

Assostampa Basilicata

Sulla vicenda, infatti, 31 collaboratori delle province pugliesi e lucane esprimono “stupore e amarezza” per la replica dell’Editore della Gazzetta del Mezzogiorno alla nota congiunta di Assostampa Puglia e Basilicata e Fnsi in merito alla chiusura delle Redazioni decentrate di Matera, Brindisi e Barletta, e alle scelte compiute in vista dell’assunzione di nuovi giornalisti, dettate dall’obbligo di legge di coprire, sia pure parzialmente, le numerose uscite per i prepensionamenti dei redattori.
«Nel “capitolo assunzioni”, – denunciano i collaboratori – l’Editore ha parlato di “scelte di natura meritocratica”. L’affermazione risulta quanto mai offensiva nei confronti di collaboratori e precari storici che da anni, quotidianamente, lavorano per la Gazzetta del Mezzogiorno, garantendo un’informazione puntuale e corretta nelle pagine di cronaca locale, regionale e talvolta nazionale del giornale, accettando compensi irrisori (4,70 euro netti ad articolo).
Siamo giornalisti – ricordano i collaboratori – con esperienza ultradecennale, con un bagaglio di competenze che non è stato nemmeno preso in considerazione ai fini delle nuove assunzioni. Apprendiamo, infatti, che nelle scorse settimane sono stati fatti diversi colloqui decisivi per gli esigui nuovi ingressi previsti. L’Editore parla di scelte “meritocratiche”, compiute dalla Direzione, senza che siano stati convocati, per vagliarne le competenze, i precari storici di questa azienda.
Fa sorridere, poi, l’affermazione che, vista la volontà di potenziare il settore multimediale, la scelta aziendale e della Direzione sia stata quella di reperire giornalisti “nativi digitali”. Come se nessuno di noi avesse le competenze per lavorare sulle diverse piattaforme web o sui social, circostanza che sarebbe stato facile verificare se Azienda e Direzione avessero avuto il buon gusto di coinvolgerci nei fantomatici “colloqui”».
«Sarebbe questa la sbandierata “meritocrazia”?», si chiedono i collaboratori della Gazzetta del Mezzogiorno ritenendo che «l’Editore sbaglia anche laddove afferma che “nessuno ha illuso nessuno”, pur essendo acclarate situazioni che si trascinano da anni e che coinvolgono giovani giornalisti, ai quali sono affidati anche settori strategici».
Per questi motivi i collaboratori, invitano l’Editore a «non giustificare le proprie incomprensibili scelte gettando fango sui collaboratori, colonne portanti di questo giornale come i nostri Lettori ben sanno. E, nell’occasione, chiediamo all’Azienda di presentare quanto prima un calendario dei pagamenti delle collaborazioni arretrate che, ricordiamo, sono fermi da ben sette mesi. A tal proposito, ribadiamo la necessità di dettagliare i pagamenti, come previsto dalla legge, negli appositi “cedolini” che non abbiamo mai ricevuto». (giornalistitalia.it)

Il sindaco di Matera: “Così si mortifica la capitale della cultura”

Raffaello de Ruggieri

MATERA – “Matera, nel prossimo anno, vivrà le tensioni e la responsabilità di rappresentare l’Italia culturale nel contesto dell’Unione europea e del mondo. La sua drastica decisione non solo ignora questo momento storico, ma mortifica la funzione internazionale di una città meridionale ascesa a tali straordinari livelli rappresentativi”. È quanto scrive il sindaco di Matera, Raffaello de Ruggieri in una lettera inviata all’editore de “La Gazzetta del Mezzogiorno”, in merito all’annunciata chiusura della redazione di Matera.
“Nel 2019 Matera sarà quotidianamente teatro di manifestazioni, incontri e spettacoli con la presenza del furore culturale del mondo; di fronte a tale modello di meridionalismo vincente, La Gazzetta del Mezzogiorno, in maniera suicida e incomprensibile, chiude la propria sede anziché potenziarla. Con tale inconfessabile scelta – continua de Ruggieri – ella rinuncia al ruolo determinante di informazione e annienta in un solo colpo i 130 anni di presenza sul territorio, delegando altre testate giornalistiche alla comunicazione di tale eccezionale evento. La Sua dichiarazione di garantire gli attuali livelli informativi e occupazionali ignora la designazione di Matera a Capitale europea della cultura e relega il Suo giornale nel recinto di una sterile ordinarietà aziendale. A nome della comunità territoriale e nazionale che oggi rappresento, le contesto tale scelta perché non ha avvertito il valore reputazionale di questa città in questo particolare momento storico”. (agi)

La Camera di Commercio di Matera pronta a ospitare la redazione

Angelo Tortorelli

MATERA – «L’imminente chiusura della redazione di Matera de “La Gazzetta del Mezzogiorno” è una di quelle notizie che lasciano l’amaro in bocca – commenta Angelo Tortorelli, presidente della Camera di commercio di Matera – soprattutto perché tale scelta aziendale sembra essere giustificata da quello che appare un “conto della serva”. Ebbene se il problema dell’editore è risparmiare sui costi fissi della redazione, allora la Camera di commercio di Matera si schiera con i giornalisti: mettiamo loro a disposizione una stanza della nostra sede dove possano ricreare la redazione».
Il presidente dell’ente camerale cittadino, parlando anche a nome di Giunta e Consiglio camerali, offre ai giornalisti materani una stanza, sin da subito e fino al 31 dicembre 2019, dove possano lavorare alla produzione del giornale.
«L’Azienda ha ben chiarito che manterrà i livelli occupazionali, costringendo però i giornalisti a spostarsi in altra sede o a scegliere il telelavoro da casa. Realizzare un giornale va ben oltre lo scrivere un articolo – prosegue Tortorelli – è un lavoro corale, di confronto fra professionisti e necessita di un luogo fisico in cui svolgerlo ma una redazione, e l’editore non può sottacerlo, è ben più di un semplice luogo di lavoro”.
È un presidio di democrazia sul territorio, è una voce in più che concorre al pluralismo «ineludibile imperativo costituzionale» caposaldo del fondamentale diritto all’informazione, è un punto fermo per una comunità. Se poi la comunità in oggetto è quella materana, se la città è Matera, la stessa città che fra sei mesi sarà Capitale europea della cultura avrà l’attenzione della comunità internazionale e di investitori da tutta Europa, allora la scelta dell’editore appare davvero fuor di logica”.
“In questi mesi, poi, abbiamo assistito alle celebrazioni per i 130 anni de La Gazzetta del Mezzogiorno – conclude il presidente della Camera di commercio di Matera – vuole davvero l’editore segnare in questo modo la storia della testata in Basilicata”. (agi)

Pd: “Perché indebolire un territorio nel momento del rilancio?”

Ludovico Vico

Maria Antezza

TARANTO – La decisione della società editrice de “La Gazzetta Del Mezzogiorno”, storico quotidiano di Puglia e Basilicata, di chiudere a breve le redazioni di Brindisi e Matera e il prossimo anno quella di Barletta per ragioni di costi, suscita le reazioni della politica.
In una nota congiunta, gli ex deputati Pd Ludovico Vico di Taranto e Maria Antezza di Matera, rilevando che “La Gazzetta” ha festeggiato proprio quest’anno i 130 anni dalla sua fondazione, dicono che «cassare l’ufficio di redazione di una città come Matera, che sta vivendo i preparativi che la porteranno ad essere Capitale europea della cultura nel 2019, pone l’obbligo di interrogarsi sulla linea che l’editore sta intraprendendo. Perché – sostengono – indebolire un territorio che si appresta ad affacciarsi sul panorama internazionale? Perché limitarne il potenziale sminuendo e complicando la capacità di diffusione delle notizie?».
Per Vico e Antezza, inoltre, «chiudendo le redazioni di Brindisi e Barletta, si lasciano scoperte due province pugliesi che necessitano di visibilità. Esprimiamo solidarietà a tutti i giornalisti che in questi anni – affermano – hanno garantito l’informazione sul territorio. Sappiamo che nessuno sarà licenziato. Ma certamente le condizioni lavorative non potranno essere garantite com’è accaduto fino ad ora. Ci saranno giornalisti trasferiti nelle redazioni più vicine e chi, invece, verrà spostato al tele-lavoro. Come ovvio, però, questa non rappresenta una modalità lavorativa tra le migliori, soprattutto – concludono Vico e Antezza – per affrontare periodi di cruciale importanza come quello che sta per vivere Matera. Chiediamo, quindi, all’editore di ripensare alle sue scelte». E la Camera di commercio di Matera, prendendo posizione sul problema, si è intanto fatta avanti offrendo alla redazione locale della Gazzetta del Mezzogiorno ospitalità presso la propria sede sino a tutto il 2019, coincidenza con l’anno in cui la città della Basilicata sarà capitale europea della cultura. (agi)

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