Dichiarata dal Soprintendente archivistico e bibliografico della Puglia, Annalisa Rossi

La Gazzetta del Mezzogiorno bene culturale

BARI – La Gazzetta del Mezzogiorno bene culturale. Il Soprintendente archivistico e bibliografico della Puglia, professoressa Annalisa Rossi, ha dichiarato di interesse storico particolarmente importante l’archivio de La Gazzetta del Mezzogiorno.

Annalisa Rossi

In particolare si legge nel decreto firmato dal Soprintendente, il marchio La Gazzetta del Mezzogiorno costituisce il «precipitato simbolico del sedime archivistico testimoniato dall’archivio di impresa». Con la ratifica di questa dichiarazione, l’archivio viene sottoposto alla disciplina del decreto legislativo 22 gennaio 2004 n. 42, ossia al Codice dei beni culturali e del paesaggio. Il «marchio rappresenta la sintesi immateriale e preziosa in quanto costituita dal valore generato dalla testata».
L’atto deliberativo della professoressa Rossi, al termine di una lunga ricognizione nella sede centrale e nelle sedi periferiche della Gazzetta, costituisce un motivo di orgoglio e di soddisfazione per tutti coloro che nel corso di 133 anni hanno contribuito a fare del nostro giornale il principale quotidiano di Puglia e Basilicata. Inoltre, i vincoli e gli obblighi stabiliti dal Soprintendente potrebbero incidere anche sul futuro assetto del giornale (ora in esercizio provvisosorio affidato a una doppia curatela fallimentale, per Edisud e Mediterranea).
Nell’ampia documentazione a supporto della sua decisione, la professoressa Rossi ripercorre la storia del giornale e indica nell’Archivio una fonte straordinaria e pressoché inesauribile di garanzia della sopravvivenza futura della testata, testimoniandone i valori e il percorso evolutivo. «Sul territorio nazionale non vi è al momento – scrive la dottoressa Rossi – un’altra testimonianza così completa e integra né altrettanto identificabile al contesto territoriale di riferimento fino a potervisi con la voce di una grande parte del Paese».
L’intervento di tutela è collegato a una doppia motivazione: in primo luogo la salvaguardia e la consegna al futuro dell’integrità del marchio e la salvaguardia di un patrimonio di conoscenza amcora tutto da esplorare.

La sede della Gazzetta del Mezzogiorno a Bari

Numerosi sono gli obblighi cui si dovrà attenere il proprietario o il detentore dell’Archivio. Riportiamone alcuni: la conservazione della documentazione descritta dalla Soprindensenza; la richiesta di autorizzazione, alla Soprintendenza, per lo spostamento anche temporaneo dell’Archivio; la comunicazione dell’eventuale trasferimento della proprietà dell’Archivio; la messa in sicurezza del materiale.

Lo splendido “Palazzo della Gazzetta” che dominava piazza Aldo Moro (all’epoca piazza Roma), avvenuto in una notte dell’agosto del 1982

Tra gli obblighi figura anche quello di «concordare con la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Puglia ogni iniziativa futura attinente all’adozione e all’uso temporaneo e stabile del marchio La Gazzetta del Mezzogiorno, anche con riferimento alla definizione di ulteriori piani industriali, da definire coerentemente con la qualifica di “bene culturale” sua propria, non quale limitazione sulle prerogative del bene inteso in quanto tale, ma controllo di natura pubblicistica dello stesso».
Nella relazione tecnico-scientifica al decreto di venerdì 18 settembre, la Soprintendenza ribadisce che «il complesso dei beni rilevati e descritti nel corso dei numerosi sopralluoghi dimostra l’indubbia rilevanza dell’Archivio della Gazzetta, inteso come complesso unito e inscindibile per la storia meridionale e nazionale, e per il futuro del Mezzogiorno, nella cui prospettiva risalta il valore identitario del marchio. L’intero complesso, articolato nelle sue componenti, costituisce una universitas rerum inscindibile, che rinviene il suo valore testimoniale dall’intimo intreccio tra l’archivio di prodotto, il materiale librario, l’archivio editoriale, la documentazione preparatoria e amministrativa, il marchio e i beni strumentali di produzione, conferenti al marchio una valenza generativa e vitale, attivabile nella prospettiva del futuro dell’organizzazione produttiva». (giornalistitalia.it)

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