La rabbia del fratello di Jason Rezaian del Washington Post detenuto da 16 mesi

Iran: Rouhani dal Papa, ma imprigiona i giornalisti

Jason Rezaian

Jason Rezaian

WASHINGTON (Usa) – Nei giorni precedenti all’imminente viaggio in Francia e Italia del presidente Rouhani, Ali Rezaian, fratello del giornalista del Washington Post Jason Rezaian, ha dichiarato: “Mentre il presidente Rouhani viaggia in Europa questo fine settimana per tendere la mano a leader mondiali, incluso Papa Francesco e il Presidente Hollande, non dimentichiamo coloro che come mio fratello, il reporter del Washington Post Jason Rezaian, sono illegalmente e ingiustamente detenuti nelle prigioni dell’Iran”.
“Jason è un giornalista di talento – ha sottolineato Ali Rezaian – che rispettava la legge ed è stato arrestato semplicemente perché faceva il suo lavoro. In quanto reporter e figlio di madre americana e padre iraniano residenti negli Stati Uniti, Jason si impegna nel superare il divario culturale tra l’Iran e l’Occidente. Ha vissuto l’incubo di essere un uomo innocente ingiustamente imprigionato in un Paese che amava, in cui il sistema della giustizia non è né indipendente né imparziale.
Jason è stato detenuto senza basi giuridiche, trattenuto per mesi in isolamento e interrogato senza sosta dalle autorità iraniane. Ormai è detenuto da circa 16 mesi nel famigerato carcere iraniano di Evin, dove ha subito maltrattamenti fisici e psicologici e la questione non sembra avere fine. Il processo di Jason è stato una completa farsa: era a porte chiuse, assolutamente senza un giusto processo ed era ripetutamente rinviato per ragioni apparentemente politiche.
La detenzione illegale di mio fratello Jason e di tantissime altre vittime innocenti detenute dall’Iran viola lo stato di diritto ed va contro ogni sforzo in ‘buona fede’ verso il Presidente Rouhani per coinvolgere la comunità internazionale. Io e la mia famiglia abbiamo la speranza che Papa Francesco, il presidente Hollande e gli altri leader mondiali che danno un valore alla giustizia e alla libertà sollevino tali questioni e sostengano il rilascio immediato di mio fratello durante i prossimi incontri con il Presidente Rouhani”. (Adnkronos)

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