Il sottosegretario Nisini avverte: “Teniamo conto dei delicati equilibri coinvolti”

Inpgi: occhi puntati sul decreto “Sostegni bis”

Tiziana Nisini, sottosegretario al Lavoro

TRIESTE – «La complessa vicenda dell’Inpgi che coinvolge la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Ministero del Lavoro e il Ministero dell’Economia e delle Finanze è stata oggetto di attenta considerazione da parte del Governo che ha avviato in questi mesi le necessarie interlocuzioni al fine di individuare soluzioni possibili condivise». Lo ha affermato il sottosegretario al Lavoro, Tiziana Nisini, in risposta all’interrogazione di Walter Rizzetto (Fdi) sulla crisi dell’Inpgi, durante la seduta della Commissione Lavoro alla Camera.

Walter Rizzetto

«Come noto – ha aggiunto Nisini – la questione in queste ore è anche all’attenzione del Parlamento, nell’ambito dell’esame della legge di conversione del decreto legge cosiddetto “Sostegni bis”, Anche sulla base delle determinazioni che il Parlamento intenderà assumere, il Governo adotterà le necessarie conseguenti iniziative nella consapevolezza che occorre tener conto della situazione e dei delicati equilibri coinvolti».
La «complessa situazione economico finanziaria» dell’istituto, che registra un passivo di 242 milioni di euro, «è connessa – ha ricordato Nisini – a una crisi strutturale del settore editoriale che si prolunga da tempo». Negli ultimi giorni di giugno, ha quindi reso noto il sottosegretario, l’Inpgi «ha trasmesso la delibera con la quale ha dato corso alle misure di intervento volte a ripristinare delle condizioni di sostenibilità dell’ente corredata dal bilancio tecnico attuariale al 31 dicembre 2020. Il provvedimento è attualmente in istruttoria da parte delle amministrazioni vigilanti».
In merito alla risposta del sottosegretario al Lavoro, Tiziana Nisini, il deputato Walter Rizzetto (Fdi) replica che «occorre prestare attenzione al fatto che da decine di anni l’Inpgi ha garantito con centinaia di migliaia di euro il pagamento delle prestazioni assistenziali e previdenziali dei giornalisti italiani, ma appena dal 2009 riceve dallo Stato un ristoro di 20 milioni di euro annui. Inoltre, non va dimenticato che da 65 anni l’Inpgi non ha incassato dagli editori, come previsto dall’art. 2 della legge Rubinacci, i contributi previdenziali nella stessa percentuale che gli editori avrebbero dovuto pagare all’Inps. Sono, quindi, molte le valutazioni da fare nella ricerca di una riforma complessiva di revisione del sistema dell’informazione italiana».
Il testo dell’interrogazione di Rizzetto sottolineava in alcuni passaggi anche i temi dell’appello ai parlamentari del Friuli Venezia Giulia lanciato dal consigliere generale dell’Inpgi, Andrea Bulgarelli, perché si discutesse «a livello politico nazionale» della situazione finanziaria dell’Inpgi, «ormai al tracollo finanziario, con un passivo di 242 milioni di euro, una perdita giornaliera di 665 mila euro e una riserva tecnica che non arriva ai due anni». (ansa)

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