Giornalismo: l’Ucraina ci faccia riflettere. Il potere della parola e il silenzio della menzogna

In guerra l’arma più letale è la disinformazione

ROMA – Anche questa in Ucraina, come tutte le guerre, ha dimostrato l’importanza dell’informazione, e come la “disinformazione” sia, invece, oggi utilizzata come arma bellica nei conflitti internazionali, forse la più letale. Nella Russia di Putin la popolazione pensa che quella in Ucraina sia una gita fuori porta dei loro ragazzi, quelli di 18 o 20 anni mandati a morire dentro un blindato con un casco in testa e una grande Z sul giubbotto, mentre solo due mesi fa affollavano i pub di Mosca.

Saverio Occhiuto

Se non ci fossero stati gli inviati e i reporter occidentali, a raccontarci dal campo questa stupida guerra, anche noi, nonostante gli oltre cento canali Tv a disposizione sul telecomando, e una ottantina di quotidiani in edicola, avremmo a disposizione solo i social per “informarci”, l’altro campo minato di questa guerra che sulle fake news costruisce la grande fabbrica delle bugie, anche questa sempre funzionale ai belligeranti.
Ecco allora che ciò che accade oggi nel cuore dell’Europa, a due passi da noi, andrebbe utilizzato come una straordina occasione per riflettere sul nostro mestiere. Che la crisi dell’editoria, dovuta alle grandi trasformazioni del mercato, non può sminuire accostandolo alla parabola delle copie di giornali e di lettori persi nell’ultimo ventennio.
La professionalità non si baratta e non può essere associata a ciò che accade nelle imprese editoriali: utili e ricavi sono una cosa, la parola scritta un’altra. E invece, con l’aggravante della crisi della carta stampata, l’aumento indiscriminato (e spesso incontrollato) dei siti on line, il dilagare dei social, la figura del giornalista è sempre più associata a quella del politico, denigrata, derisa, spesso apertamente disprezzata in quel vortice populista che travolge tutto ciò che viene associato al potere. Ecco, questa guerra ci consentirà di capire quanto sia importante il potere della parola e delle immagini, rispetto al buio del silenzio e delle menzogne. (giornalistitalia.it)

Saverio Occhiuto

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