Il Cdr denuncia: “Negato il diritto di riunirsi in assemblea e di pubblicare il comunicato”

Il Gazzettino: sciopero dei giornalisti

VENEZIA – Giornalisti del quotidiano Il Gazzettino in sciopero, lunedì 4 ottobre, «per denunciare la continua opera di delegittimazione di direttore e azienda nei confronti delle rappresentanze sindacali e la negazione di una dialettica costruttiva e collaborativa per cercare di superare la crisi del settore editoriale».
Il Comitato di redazione spiega di essere stato «costretto a utilizzare il pacchetto di sciopero che gli è stato affidato dall’assemblea dei giornalisti e rivendica per Il Gazzettino «il ruolo di voce autorevole del Nordest patrimonio del territorio e della sua gente».
Sul tavolo l’organizzazione del lavoro in un contesto di piano di crisi reso ancor più difficile, oltre che dalle uscite per prepensionamenti, cig, smaltimento ferie, anche per lo smart working ininterrotto da inizio pandemia, per dimissioni volontarie, per pensionamenti, per colleghi deceduti e soprattutto per l’assenza di una pianificazione redazionale ed editoriale.
«L’azienda – spiega il Cdr – è arrivata a negare il diritto dei giornalisti/lavoratori a riunirsi in assemblea di redazione, mentre il direttore alle ripetute richieste di incontro formulate dal Cdr ha opposto arroganti rifiuti».
Il Cdr denuncia che «sabato 2 ottobre direttore e azienda hanno rifiutato la pubblicazione del comunicato sindacale (che alleghiamo di seguito) pretendendo che si cancellassero i punti riguardanti i collaboratori, l’assemblea sindacale negata e un procedimento disciplinare dell’Ordine che non viene neanche citato». (giornalistitalia.it)

Il comunicato dei giornalisti del Gazzettino

Il Comitato di redazione dei giornalisti del Gazzettino esprime forte preoccupazione per la grave situazione che si è venuta a creare, con inevitabili ricadute sul prodotto e sulla serenità del lavoro. Un giornale nel quale i vertici giornalistici hanno tolto dalle pagine articoli di cronaca su notizie vere, verificate e di interesse pubblico, soltanto perché l’azienda impone ai collaboratori esterni, per motivi sconosciuti, di scrivere un numero massimo di servizi al mese e per di più sotto pagati a fronte di una richiesta di disponibilità h24 sette giorni su sette.
Un giornale in cui il direttore e i giornalisti da lui nominati al vertice – almeno alcuni – non si assumono la responsabilità delle scelte operate, scaricando il tutto sui redattori ordinari individuati come gli unici “colpevoli” di ciò che esce in edicola; un giornale in cui l’azienda nega incredibilmente il diritto dei giornalisti a riunirsi in assemblea; un giornale in cui a fronte di organici sempre più ridotti all’osso a causa di prepensionamenti, dimissioni volontarie, colleghi deceduti, smaltimenti ferie obbligati e cassa integrazione, continuano ad aumentare i carichi di lavoro e le procedure operative vengono rese più complesse invece che semplificate; un giornale in cui dal marzo 2020 viene imposto uno smart working selvaggio, senza alcuna contrattazione, con tutte le spese e gli oneri scaricati sui dipendenti; un giornale nel quale neppure i colleghi prematuramente scomparsi vengono sostituiti.
I giornalisti del Gazzettino negli ultimi anni si sono sacrificati, con senso di responsabilità, per far fronte alle mancanze aziendali e garantire l’uscita di un prodotto giornalistico di qualità, ma tutti gli sforzi rischiano di essere vanificati dalla strada pervicacemente intrapresa da azienda e direttore.
Il Cdr e i giornalisti più e più volte hanno fatto presente ad azienda e direttore la preoccupazione per il futuro e per la credibilità del Gazzettino, il loro giornale e il giornale dei lettori, trovando solo un muro di gomma e risposte sprezzanti.

Il Comitato di redazione
de Il Gazzettino

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