Tanti i colleghi al flash mob in difesa della libertà di stampa e al convegno Fnsi-Uspi

Firenze, i giornalisti: “È deriva democratica”

I tanti colleghi che hanno dato vita al flash mob “Giù le mani dall’informazione” a Firenze

FIRENZE – «Eravamo 150 o forse più a Firenze contro gli insulti a tutta la categoria da parte del vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio e dall’esponente del M5s Alessandro Di Battista, e per richiamare l’attenzione delle istituzioni sulla difesa del diritto all’informazione e sul rispetto dell’art. 21 della Costituzione». Parole di Sandro Bennucci, presidente dell’Associazione Stampa Toscana, che commenta la manifestazione di ieri a tutela della libertà di stampa. Oltre un centinaio, infatti, i colleghi che hanno aderito all’invito a manifestare rivolto dall’Associazione Stampa Toscana e dall’Ordine dei Giornalisti della Toscana, così come hanno fatto i giornalisti di tutta Italia in altre città.
Il flashmob #giùlemanidallinformazione si è svolto davanti alla sede della Prefettura, nella centralissima via Cavour, dove il presidio dei giornalisti è stato raggiunto da esponenti delle istituzioni, dell’associazionismo e della società civile. Tra i presenti il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, gli assessori regionali Stefania Saccardi e Vittorio Bugli, il presidente del Consiglio regionale della Toscana Eugenio Giani con i rappresentanti della maggior parte dei gruppi consiliari, il presidente del Corecom Enzo Brogi, la vicesindaca di Firenze Cristina Giachi con gli assessori comunali Federico Gianassi e Giovanni Bettarini ed il presidente del Consiglio comunale Andrea Ceccarelli, Claudio Bianchi presidente della Confesercenti di Firenze, il presidente della Camera di commercio Leonardo Bassilichi ed esponenti di Cgil, Cisl e Uil. Un messaggio di solidarietà anche dall’attrice Daniela Morozzi, da sempre vicina alle istanze della società civile.

Da sinistra: Carlo Parisi, Francesco Saverio Vetere, Sandro Bennucci, Augusto Moriga al convegno promosso da Ast, Fnsi e Uspi a Firenze (foto Giornalisti Italia)

«Mi sembra che si stia creando contro i giornalisti – ha detto il presidente della Regione Enrico Rossi – un clima pesante, negativo: le parole devono essere misurate altrimenti si rischia che poi diventino pietre, questo non conviene a nessuno, perché la libertà di stampa è fondamentale, come ricordava il presidente della Repubblica».
«Se mi è capitato qualche volta di lanciare qualche invettiva ai giornalisti – ha detto il governatore – vorrei chiedere scusa, come politico che da tempo è impegnato in questa regione».
«La libertà di stampa non si tocca, va garantita e rispettata», ha detto il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Eugenio Giani. «Nel momento in cui si parla di tolleranza, cultura e solidarietà – ha aggiunto Giani – la messa in discussione di un presidio fondamentale, indivisibile dalla democrazia ed elemento distintivo della civiltà, richiama forte la Firenze del Rinascimento e di Lorenzo il Magnifico».
Quella di oggi è «una risposta seria e forte contro chi vuole credere di poter addomesticare l’informazione, cosa che non è possibile», ha rimarcato il presidente dell’Assostampa Toscana, Sandro Bennucci.
«È inaccettabile la caccia alle streghe, l’insulto pesante e volgare, la svalutazione di una professione che è un elemento di garanzia fondamentale per la costruzione della democrazia», ha, invece, sottolineato Carlo Bartoli, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Toscana. Giornalisti che, dopo il flash mob, hanno consegnato al Prefetto di Firenze, Laura Lega, una lettera nella quale si legge, tra l’altro, che «gli attacchi ai giornalisti e al loro lavoro si distinguono per esplicita volgarità, ma rappresentano una delle facce del processo di delegittimazione e di tentativo di addomesticare la stampa che i governi degli ultimi decenni hanno perseguito con una formidabile continuità: dai tentativi di legge-bavaglio alle mancate promesse contro le querele temerarie, dalla forte contrazione delle risorse a sostegno di un settore delicatissimo per la vita democratica del Paese. Ma stavolta – incalzano i giornalisti toscani – si è abbondantemente passato il segno, fino a far temere una vera deriva democratica, che supera la censura e sfiora l’intimidazione con le minacce di nuove leggi per “regolare” l’editoria».

Affreschi nella sede del Consiglio Regionale delle Toscana (foto Giornalisti Italia)

Di difesa della libertà di stampa, della professione e del lavoro giornalistico si è continuato a parlare, sempre a Firenze, nel convegno “Le nuove frontiere dell’informazione tra sfide e conquiste”, promosso, nel pomeriggio, nella Sala del Gonfalone del Consiglio regionale della Toscana, dalla Federazione della Stampa Italiana e dall’Assostampa Toscana, con la partecipazione, al tavolo dei relatori, dello stesso Sandro Bennucci, di Carlo Parisi, segretario generale aggiunto della Federazione nazionale della stampa italiana e presidente della Commissione Contributi e Vigilanza dell’Inpgi, Francesco Saverio Vetere, segretario generale dell’Unione stampa periodica italiana, Giuseppe Gulletta, vice presidente vicario dell’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti, Augusto Moriga, dirigente del Servizio entrate contributive dell’Inpgi, e alla presenza del presidente del Consiglio regionale della Toscana, Eugenio Giani.  Un confronto animato ed intenso, quello ospitato dalla Sala del Gonfalone, che, partendo da una sfida vinta, il nuovo contratto Fnsi-Uspi stipulato a tutela del lavoro giornalistico per i colleghi della stampa periodica a diffusione locale e dell’informazione on line, ha toccato altri cardini del sistema editoriale e di quello previdenziale, fondamentale, quest’ultimo, per il futuro della categoria. (giornalistitalia.it)

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