Volgare irruzione alla Fnsi fomentata da chi aizza i disperati, ma c’è chi si è ricreduto

Contratto giornalisti, tra malpancisti e speculatori

La manifestazione di stamane davanti alla sede della Fnsi

La manifestazione di stamane davanti alla sede della Fnsi

ROMA – “Un contratto nazionale di lavoro giornalistico che aggiunge diritti e include una categoria, quella dei lavoratori autonomi, finora lasciata fuori dalla porta e che, come sottolinea il danese Mogens Blicher Bjerregard, presidente dell’Efj, la Federazione europea dei giornalisti, ‘per la prima volta ottiene dignità in Europa’”.
Il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, ha aperto, così, i lavori, della Giunta Esecutiva che, oggi pomeriggio, ha esaminato le intese che costringono gli editori ad assumere il modello contrattuale per tutta la professione.
Siddi ha ricordato che, per la prima volta, c’è uno scambio tra prepensionati in uscita e reingressi, il che, in parole povere, significa andare sempre di più verso i giovani grazie anche al decreto del Governo che favorisce l’apertura di canali con diritti a gradazione crescente per far ripartire non solo l’occupazione giovanile, ma anche il reinserimento di chi ha perduto il lavoro in questi anni.
Il segretario generale della Fnsi ha bacchettato, senza mezzi termini, “i mal di pancia di chi sta meglio tra gli occupati ignorando, invece, che la cosiddetta «ex fissa» è stata salvata dal fallimento che sarebbe stato decretato entro i prossimi due mesi”.
Franco Siddi ha, quindi, denunciato “l’indecente aggressione subita oggi” dalla Fnsi da parte della cinquantina di “manifestanti” che hanno partecipato a quella che era stata strombazzata come “la grande manifestazione contro il sindacato”.
Una volgare irruzione nella sede di Corso Vittorio Emanuele II che, alla disponibilità di Franco Siddi e della Segreteria, di discutere civilmente nella sala Walter Tobagi, ha risposto con urla prive di fondamento e il rifiuto assoluto del dialogo.

Franco Siddi, segretario generale della Fnsi

Franco Siddi, segretario generale della Fnsi

“Immaginare il sindacato controparte di chi soffre – ha sottolineato Siddi – è una speculazione. La controparte sono gli editori. E’ grave che venga strumentalizzata dai privilegiati della categoria, che fanno finta di non capire, la lotta contro il precariato diffuso: un dramma contro il quale abbiamo lottato e per il quale abbiamo ottenuto risultati laddove si partiva da zero. Tra 1 e 10 siamo a 5 e domani si potrà, dunque, ripartire da 5. La lotta continua. Accuse false e gratuite non fondate sul vero, mosse da speculatori che agitano i disperati contro il sindacato. Una volgare operazione politica di basso livello finalizzata ad imbrogliare i colleghi e i disperati. Rimaniamo disponibili al confronto e al dialogo, ma non alla contestazione rumoreggiante e parolaia”.
Evidenziando, per onore di cronaca, che tra i manifestanti erano presenti diversi consiglieri nazionali dell’Ordine (a Roma per il concomitante Consiglio nazionale), contrattualizzati, garantiti ed infiltrati di ben identificate forze politiche, è doveroso sottolineare che quanti hanno accettato civilmente il confronto, invece di limitarsi ad urlare, alla fine non solo hanno riconosciuto la bontà dell’accordo sul lavoro autonomo (che evidentemente non avevano letto attentamente), ammettendo che, addirittura, nella stragrande maggioranza dei casi andranno a guadagnare di più di quanto non abbiano mai guadagnato, ma hanno ufficialmente chiesto di essere assistititi dalla Fnsi nelle loro vertenze.
“Occorre, insomma, essere onesti. Il contratto può non piacere, – ha rimarcato Siddi – ma non si può ignorare che ricalca il precedente, registrando importanti avanzamenti e integrazioni. L’obiettivo di questo contratto nazionale di lavoro giornalistico era quello di includere chi era escluso. Ci siamo riusciti e adesso – solo adesso – è dentro chi finora era fuori. Questo è il sindacato dei giornalisti. Questa è la battaglia, onesta e pulita, di chi – in un drammatico momento di crisi non solo per l’editoria, ma per il nostro Paese – ha giustamente sacrificato qualche privilegio riservato a pochi per salvare il contratto e l’Inpgi. E, soprattutto, creare nuove opportunità di lavoro ai giovani ed ai disoccupati includendo, per la prima volta, il lavoro autonomo”.

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