Carlo Parisi (Fnsi): “Una vergognosa provocazione. Alcun aspetto sarà tralasciato”

L’Ora della Calabria licenzia tutti i lavoratori

La redazione centrale de “l’Ora della Calabria”

La redazione centrale de “l’Ora della Calabria”

RENDE (Cosenza) – “Una vergognosa provocazione che impone l’attivazione di tutte le procedure giudiziarie finalizzate a fare piena luce su una vicenda nata male e finita nel peggiore dei modi”. A 24 ore dall’incontro con il Comitato di redazione e il direttore de “l’Ora della Calabria”, Luciano Regolo, assistiti dal vicesegretario nazionale Fnsi, Carlo Parisi, e dall’avv. Mariagrazia Mammì dell’Ufficio legale del Sindacato Giornalisti della Calabria, il liquidatore del “Gruppo Editoriale C&C”, Giuseppe Bilotta, ha comunicato l’attivazione della procedura ex legge 223/91 art. 4 e 24 per il licenziamento collettivo di tutto il personale dipendente, ovvero di 66 lavoratori, dei quali una sessantina di giornalisti.

Carlo Parisi e Luciano Regolo

Carlo Parisi e Luciano Regolo

“Sbattere in questo modo la porta in faccia a 66 lavoratori che, tra vessazioni e sacrifici di ogni genere, esclusivamente grazie al loro onesto lavoro hanno dato dignità al giornale  – afferma il vicesegretario della Fnsi, Carlo Parisi – rispecchia evidentemente lo «stile» di un soggetto, il liquidatore Giuseppe Bilotta, che  nella sua “comunicazione preventiva” e nelle due e-mail inviate ieri e oggi al Comitato di redazione, ai sindacati ed a Confindustria, non ha avvertito l’esigenza di porgere il minimo saluto.
“Nel ribadire che l’Ufficio Sindacale e l’Ufficio legale del Sindacato Giornalisti della Calabria hanno, già da tempo, attivato le procedure per far emergere tutte le situazioni di illegittimità accertate (a partire dai contratti di lavoro dipendente dei giornalisti mascherati da lavoro autonomo o poligrafico)”, Carlo Parisi ribadisce “l’ingiustificata sceneggiata portata avanti ieri sera dal liquidatore. Dopo aver negato ai giornalisti, per una quindicina di giorni, i dati relativi alla situazione contabile, per consentire loro di concretizzare la manifestazione d’interesse per l’acquisizione della testata, ha, infatti, trasmesso i primi parziali solo dopo aver avviato la procedura di licenziamento. In precedenza, invece, aveva consentito la prosecuzione delle pubblicazioni sia cartacee che on line, per «non svalutare il prezzo di mercato della testata» in vista della eventuale cessione ad altri potenziali acquirenti. Dunque, ha usato pesi e misure diversi, guarda caso in coincidenza con la proclamazione dello sciopero dei giornalisti che non chiedevano altro che chiarezza sullo stato patrimoniale e sul pagamento delle spettanze dovute”.
Nella lettera anticipata via fax al Sindacato Giornalisti della Calabria ed alle organizzazioni sindacali del personale grafico, poligrafico e amministrativo, Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, Bilotta afferma che “la crisi complessiva generale, in particolare del settore editoriale, e il progressivo accrescersi di rilevanti squilibri di natura economico finanziaria, non sostenibili nello svolgimento della normale attività aziendale, hanno portato l’organo decisionale ad assumere la obbligata determinazione di messa in liquidazione della società con conseguente cessazione di ogni attività economica e produttiva”.
“Detto provvedimento –  sostiene il liquidatore – si è concretizzato in data 27 marzo 2014 dopo aver esperito un tentativo di ripianare le perdite precedenti”, aggiungendo che “l’assemblea straordinaria del 14 febbraio 2014 aveva deliberato il ripianamento e la ricostituzione del capitale sociale fissando un termine di trenta giorni per l’esercizio del diritto di opzione ed ulteriori sette giorni per l’eventuale sottoscrizione di terzi. Scaduti i termini, poiché il capitale non è stato sottoscritto, si è dovuto attivare la procedura prevista dall’art. 2484 del codice civile”.
“Da tale momento – prosegue Bilotta – risultano esser in atto tutte le condizioni finalizzate a una cessazione dell’attività stante la insostenibilità della situazione in essere”.
Per il liquidatore, “alla luce della messa in liquidazione della società e della particolarità e tipologia dell’attività, non risulta possibile il ricorso ad alcuno strumento e/o percorso alternativo al licenziamento collettivo della forza lavoro, stante la cessazione completa dell’attività”, pertanto “non si renderà necessaria l’applicazione di alcun criterio di scelta”.
“La procedura di riduzione del personale – afferma Bilotta – dovrà aver luogo in tempi celeri, considerato lo stato di messa in liquidazione aziendale e, in ogni caso, nell’ambito dei termini previsti dalla normativa per l’espletamento dell’esame congiunto”.
Il liquidatore nominato dal “Gruppo Editoriale C&C” della famiglia Citrigno, nella comunicazione, sostiene che “non sono previste misure per fronteggiare le conseguenze sul piano sociale” e che “saranno eventualmente prese in considerazione in sede di esame congiunto misure a oggi non previste e, ove possibile, concordate tra le parti”.
Non solo. Il liquidatore del Gruppo Editoriale C&C sottolinea che “la società non ha previsto, allo stato, forme di attribuzioni patrimoniali a sostegno dei lavoratori coinvolti nel provvedimento di risoluzione del rapporto di lavoro”.
Dopo l’assemblea di redazione con i dipendenti, ieri sera a Rende, e quella con i collaboratori, stasera a Reggio Calabria, il Sindacato Giornalisti della Calabria ribadisce il massimo impegno a tutela dei diritti e della dignità di tutti i giornalisti de “l’Ora della Calabria”. Una brutta storia che non finirà certo con la fine delle pubblicazioni.

2 commenti

  1. Parole, parole, si blatera tra numeri di leggi in codice, liquidatori, timbri, scavare per trovare leggi che giustifichino l’assassinio (ed in Italia esiste un numero così vasto di leggi del cazzo, che ogni strage può essere tranquillamente giustificata, basta avere i voti). Situazioni colorate di giallo, complicazioni amministrative…tutte minchiate. La sintesi è una virtù ed anche un peccato, tuttavia non è di tutti: il giornale l’Ora della Calabria chiude perchè, ultimamente, ha fatto vero giornalismo, ha reso pubblico il modo di fare sporco di chi detiene il potere della città. Se si feriscono questi “feudi” ha ragione chi dice che (come il cinghiale) ammazzano e la politica e l’informazione nazionale ti sta vicino se sei vincente, ti ignora quando sei perdente. Nessuno che s’interessi di questi ragazzi dell’informazione che vanno a casa.
    Questa è una lezione per far capire a tutti noi cosentini che il “cinghiale” non si tocca, così per altri cinquant’anni staremo in castigo, con le braccia conserte e la faccia tra le braccia. AAAAAAA COSENZA: CERCASI INFERMIERE PER TRASFUSIONE URGENTE DI DIGNITA’.

  2. Agostino Cimbalo

    Vergogna!

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