Scritto in 48 ore per omaggiare il “Pupone” che oggi gioca la sua ultima partita

“Totti tutta la vita” nel libro di Agi e Il Messaggero

Francesco Totti

Francesco Totti

ROMA – Si intitola “Francesco Totti: tutta la vita”, il libro realizzato dall’Agi sul Capitano della Roma, in edicola con Il Messaggero da venerdì scorso, 26 maggio. Un vero romanzo popolare. Duecento pagine realizzate in 48 ore, con un miracoloso passaparola telefonico fra i suoi amici e ammiratori, per raccontare il tributo di un popolo al suo Capitano – che oggi gioca la sua ultima partita in uno stadio Olimpico a dir poco gremito, ndr – e un quarto di secolo di emozioni: la biografia a firma di Giorgio Dell’Artile 5 prime pagine storiche del Messaggero; le volte in cui ha fatto notizia; le foto più suggestive; e, soprattutto, oltre 50 “lettere d’amore” – attori, registi, cantanti, colleghi e rivali, politici, compositori, presentatori, giornalisti, campioni dello sport, allenatori e manager e chi più ne ha più ne metta – per dirgli “Grazie Francesco”.
Grazie perché, come ricorda l’ideatore del progetto Riccardo Luna, direttore dell’Agenzia Italia, “ci siamo stati tutti in qualche modo in questi 25 anni di Francesco Totti. Totti ha fatto la storia, non solo quella del calcio, ma quella di almeno tre generazioni. Negli anni 90 c’erano trentenni che lo hanno scoperto allo stadio e che oggi viaggiano verso i 60, mentre i loro figli sono diventati a loro volta padri di altri bambini che la domenica si mettono la maglietta del Capitano col numero 10 e si sentono supereroi”.
Francesco Costa ci porta indietro nel tempo fino al 1993, quando Totti esordisce in serie A. In questi anni il mondo è cambiato per tutti, tranne per il Capitano. Berlusconi non era in politica, c’era la Lira, non c’era l’Unione Europea e nemmeno il web, Salvini faceva il concorrente ai Quiz in TV e Renzi neanche quello.

I retroscena di una vita

Il libro svela i retroscena di tanti momenti della vita di Francesco, bandiera e “core de sta cittàsalutato dai 5 sindaci – da Rutelli alla Raggi passando per Veltroni, Alemanno e Marino – di tutte le fedi calcistiche e forze politiche che hanno attraversato la sua carriera – e ha la pretesa di riscrivere anche qualche pezzo della Storia.
Perché finalmente Mimmo Ferretti ci racconta come è nato il soprannome “Pupone” (e pensare che è tutta colpa di un altro simbolo di Roma, Alberto Sordi); Demetrio Albertini confessa che il ragazzino che si è presentato con la “posata di famiglia” a calciare il rigore decisivo all’arena di Amsterdam aveva già annunciato la pazza idea nel pullman che portava l’Italia allo stadio;  Giovanni Malagó reclama il Pallone d’Oro alla carriera; Pier Paolo Mariani ci fa scoppiare il cuore in gola ripercorrendo le due volte che gli ha allungato la carriera, le viti e la placca che ancora si porta dentro, e ci intenerisce con la lettera di ringraziamento della mamma custodita come ricordo più prezioso.
E ancora tantissimi aneddoti, Jovanotti disperso a Tabriz, nel nord dell’Iran, accolto nell’unica stanza di una famiglia dove troneggia al muro un’immagine del califfo Ali, sacro agli sciiti, circondato da ben 4 poster di Totti, vero “moltiplicatore di gioia”.

Le lettere d’amore di tanti amici e campioni

E poi ancora tutte le emozioni di: Claudio Amendola; Ileana Argentin; Lino Banfi;  Luca Barbarossa; Maurizio Battista; Mauro Berruto; Fabio Capello; Cristiana Capotondi;  Massimo Caputi;  Serse Cosmi; Francesco Costa; Maurizio Costanzo; Carlo Cracco; Alessandro D’Alatri; Alessandro Del Piero; Roberto Donadoni; Chiara Gamberale; Fabio Fazio; Lando Fiorini; Giovanni Floris; Alessandro Gassman; Massimo Ghini; Massimo Giletti; Antonio Giuliani; Marco Liorni; Paolo Liguori; Ottavio Mancuso; Carlo Mazzone; Ennio Morricone; Pippo Baudo; Roberto Pruzzo; Ruggiero Rizzitelli; Antonio Rossi; Vincenzo Salemme; Sara Simeoni; Carlo Tavecchio; Gianni Togni; Ugo Trani; Enrico Vanzina; Walter Veltroni; Antonello Venditti; Paolo Virzì.
Tutti uniti nell’abbraccio e nella voglia di partecipare, così come ciascuno di noi, ad un momento importante, il momento in cui la storia diventa leggenda, come ci ha detto Fiorello. E in quel momento vogliamo dirgli che comunque vada “c’è solo un Capitano”. (agi)

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