Nell’operazione delle Fiamme Gialle, oggi a Catania, coinvolta la “Sicula Trasporti”

“Mazzetta sicula”: trema l’impero dei Leonardi

CATANIA – Associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione continuata e rivelazione di segreto d’ufficio e concorso esterno in associazione di tipo mafioso. Questi i reati contestati a vario titolo ai nove destinatari di misura cautelare dalla Guardia di Finanza nell’ambito dell’operazione “mazzetta sicula” che vede coinvolta la “Sicula Trasporti”, colosso del settore rifiuti della famiglia Leonardi, dei quali Nino Leonardi, è finito in carcere.
Scovati, durante le perquisizioni, fusti pieni di soldi in contanti, sotterrati nella discarica. Il principale indagato è Antonino Leonardi, detto Antonello, 57 anni, amministratore di fatto della Gesac e della “Sicula Trasporti Srl”, arrestato e ristretto in carcere. Ai domiciliari Salvatore Leonardi, 47 anni, fratello di Antonino, socio del colosso dei rifiuti.
Disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria di Pietro Francesco Nicotra, 36 anni, responsabile dell’impianto di compostaggio di Grotte San Giorgio, nel quale finivano rifiuti poi conferiti illecitamente in discarica e di Francesco Zappalà, 52 anni, responsabile dell’impianto di trattamento meccanico biologico.
Destinatari della misura dell’obbligo di dimora anche i fratelli Francesco Guercio, 49 anni, e Nicola Guercio, 59 anni, amministratori della Edile “Sud Srl”, ai domiciliari Vincenzo Liuzzo, 57 anni, dirigente dell’Arpa, Salvatore Pecora, 63 anni, dipendente del libero consorzio comunale di Siracusa. In carcere Filadelfo Amarindo detto Delfo, 68 anni, dipendente della “Sicula Trasporti” accusato di concorso esterno all’associazione mafiosa Nardo, affiliata a Cosa nostra e storicamente guidata dal boss Sebastiano Nardo.
La Procura di Catania contesta «l’illecita conduzione della discarica di Lentini, la più estesa della Sicilia, gestita dalla società commerciale “Sicula Trasporti” nonché afferiscono alle “pressioni” esercitate da esponenti del clan mafioso Nardo finalizzate ad ottenere l’affidamento di un chiosco-bar presente all’interno dello stadio della squadra di calcio “Sicula Leonzio” militante nel campionato professionistico di prima divisione». I sequestri preventivi a carico delle società del Gruppo Leonardi ammontano a complessivi 116 milioni di euro. (adnkronos)
«Un impero – scrive il quotidiano la Repubblica – che adesso  trema, proprio quando i Leonardi stavano alzano il livello ed entrando anche nel sistema vero di potere politico ed economico della città: avevano appena nominato come presidente del cda Vito Branca, influente avvocato etneo nelle grazie del governatore Nello Musumeci che lo ha nominato alla guida di Riscossione Sicilia. E a Catania si sussurra che con la grande liquidità in mano i Leonardi potessero anche ambire ad altri operazioni, come quella di entrare nella compagine societaria de La Sicilia. Solo una voce, quest’ultima, che però spiega bene come la famiglia sia in grande ascesa».
Il Cavaliere di Gran Croce Vito Branca, tra le altre cose, è anche presidente del Collegio Sindacale dell’Inpgi, l’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani.

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