La deputata grida alla censura, ma il direttore dell’HuffPost replica: “Non accetto minacce”

Mattia Feltri bacchetta Boldrini: “Sei un’ospite”

Mattia Feltri (direttore dell’HuffPost) e Laura Boldrini (Pd)

ROMA – «Avevo scritto un intervento per il blog dell’Huffington Post in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne. Il direttore di HuffPost, Mattia Feltri, ieri non ne ha autorizzato la pubblicazione. Sapete perché?». La giornalista pubblicista Laura Boldrini, deputato del Pd, grida alla censura «perché chiamavo in causa Vittorio Feltri, suo padre, che martedì firmava un articolo su Libero dal titolo: “La ragazza stuprata da Genovese è stata ingenua», di fatto attribuendo, come avviene troppo spesso, anche alla ragazza la colpa dello stupro».

Vittorio Feltri

«Dunque – afferma la Boldrini – un direttore di una testata giornalistica sceglie di non pubblicare un intervento per via dei suoi rapporti familiari». Quindi si chiede: «Ma è accettabile una cosa del genere? Per me no, non lo è. In tanti anni non mi sono mai trovata in una simile situazione. Sia chiaro che continuerò ad impegnarmi perché sia rispettata la dignità delle donne, anche nell’informazione e sul piano del linguaggio, e continuerò a difendere sempre la mia libertà di parola».
A giudizio del presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Verna, «lascia basiti la notizia della censura (peraltro estranea alla tradizione editoriale del giornale online in questione) denunciata dalla presidente emerita della Camera, Laura Boldrini, da parte del direttore dell’Huffington Post, Mattia Feltri, per un riferimento nel pezzo da lei redatto a un’opinione pubblicata da Libero a firma del padre, Vittorio Feltri, già iscritto all’Ordine dei giornalisti, poi dimessosi, i cui contenuti sono già al vaglio dei competenti organismi in quanto permane in ogni caso la responsabilità deontologica del direttore che firma il giornale».

Carlo Verna

«I principi della libertà di stampa – sostiene Verna – sono sacri in Italia, in Europa e in tutto il mondo democratico, sanciti da carte e convenzioni internazionali. Nell’esprimere la totale solidarietà alla presidente Boldrini, ci aspettiamo che la questione trovi accettabili spiegazioni che al momento totalmente ci sfuggono».
A stretto giro di posta la risposta di Mattia Feltri: «Confermo quanto scritto oggi dall’onorevole Boldrini su Facebook: ieri ha mandato uno scritto per HuffPost che conteneva un apprezzamento spiacevole su mio padre Vittorio. Ritengo sia libera di pensare e di scrivere su mio padre quello che vuole, ovunque, persino in Parlamento, luogo pubblico per eccellenza, tranne che sul giornale che dirigo. L’ho chiamata e le ho chiesto la cortesia di omettere il riferimento. Al suo rifiuto e alla sua minaccia, qualora il pezzo fosse stato ritirato, di renderne pubbliche le ragioni, a maggior ragione ho deciso di non pubblicarlo. Al pari di ogni direttore, ho facoltà di decidere che cosa va sul mio giornale e che cosa no. Se questa facoltà viene chiamata censura, non ha più nessun senso avere giornali e direttori».
«Oltretutto – incalza Feltri – l’onorevole Boldrini, come altri, su HuffPost cura il suo blog. Quindi è un’ospite. E gli ospiti, in casa d’altri, devono sapere come comportarsi.
Ps. Ringrazio il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Verna, per avermi condannato senza nemmeno una telefonata per sentire la mia versione, quella di un iscritto». (giornalistitalia.it)

Un commento

  1. Sono con Mattia Feltri

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