Il rammarico dei proprietari: “Roma non si occupa dei suoi figli migliori”

Libreria del Viaggiatore, un addio che fa male

La Libreria del Viaggiatore, in via del Pellegrino a Roma

ROMA – Addio alla Libreria del Viaggiatore di via del Pellegrino, a Roma. Che a fine anno chiuderà per sempre. Un annuncio davvero triste, e non solo per chi anche solo una volta sia entrato in questa bottega magica, piena di libri e di suggestioni, ma per chiunque ami la lettura, specie quella che ti fa girare il mondo, sprofondato nel divano di casa.
«Cari viaggiatori, non avremmo mai voluto darvi questa notizia ma, allo scoccare della mezzanotte tra le luci del capodanno, dovremo lasciare questo luogo e non abbiamo un piano B… o almeno non uno in pianta stabile».
Inizia così il messaggio struggente che i proprietari della libreria romana – un’istituzione – affidano a Facebook.
«Via del Pellegrino, che pet tutti noi è stata una seconda se non addirittura una prima casa, – proseguono – ci vedrà fare bagagli per iniziare un nuovo viaggio. Destination Anywhere, canterebbero Jimmy e i suoi commitments…».
E giù, una valanga di (meritati) ringraziamenti: «Cinque anni fa, riuscimmo a non far chiudere un luogo storico e magico, grazie all’impegno costante di Eleonora  (Pellegrini, ndr) e Luigi (Politano, ndr) e all’aiuto di chi con il tempo è passato tra questi scaffali. Un grazie di cuore va a tutti i nostri amici della strada… Grazie a tutti, in particolare a tutti gli autori che hanno scelto la Libreria del Viaggiatore per presentare i loro libri, anche a chi non c’è in questa lista per semplice dimenticanza (chiediamo venia)…».
Senza dimenticare «un grazie alla Round Robin Editrice, che ha concentrato quasi tutte le sue attività romane sulla Libreria, facendone anche la propria Redazione pur di tenerla aperta. Per loro inizia un percorso diverso, più in linea con le “crime story” e il giornalismo investigativo della loro linea editoriale, ma siamo certi che le nostre strade si incroceranno ancora».
E poi un invito, con ogni probabilità l’ultimo, per venerdì 29 novembre, a partire dalle 19.00, con la speranza di ritrovarsi, di ritrovarsi in tanti in quest’angolo della Roma bella, quella che odora di storie, vissute e raccontate, altre immaginate sfogliando pagine, sognando il prossimo viaggio o l’avventura che tutti vorremmo fare, prima o poi, nella vita.
Fatto sta che «dal primo gennaio la più bella libreria di Roma, una tra le più importanti e raccontate realtà librarie indipendenti al mondo, la più antica tra le libreria di Viaggio… inizia un altro e diverso viaggio il cui punto d’arrivo rimane ancora un mistero. Anche per noi. Non c’è un luogo dove trasferirla e, di fatto, ci stiamo rendendo conto che una libreria con questa storia, lontana da questa strada, diverrebbe inevitabilmente altro. Semmai altro ci fosse».

Bruno Boschin, il fondatore della Libreria del Viaggiatore, scomparso nel 2014

Di strada, la Libreria, ne ha fatta: era il settembre del 1991 quando vide la luce grazie all’intuizione e all’impegno di Bruno Boschin, che tirò su la saracinesca con un catalogo di circa 10mila titoli a cui poi dedicò il resto della sua vita.
Epperò, «una domanda che ci tormenta, rimane: ma la città di Roma si rende davvero conto dell’enorme patrimonio lasciato dall’esperienza di un libraio come Bruno Boschin e da cosa significhi la Libreria del Viaggiatore di Roma per il patrimonio culturale e comune questa Città? Probabilmente no.
Un ragionamento serio forse dovrebbe partire da questa semplice domanda a cui ne seguirebbero altre. Per esempio scoprire come mai, di questo posto, si parla e si è parlato nei 5 continenti varrà qualcosa? Scoprire come mai, da anni, “La Libreria del Viaggiatore” accompagna le suggestioni letterarie di cui si parla in giro per il mondo, dalla Libreria Atlantide di Santorini fino alla libreria Ferlighetti di San Francisco. Qualcuno, quindi, sa cosa vuol dire rinunciare al pezzo di storia che la libreria rappresenta?».
«Roma – scrivono i proprietari della Libreria – non si occupa dei suoi figli migliori. Una pubblica amministrazione che fa ben poco per la cultura del libro e della lettura, che permette che altre librerie prendano fuoco, che non si è mai occupata di tutelare alcune attività artigiane rendendo il centro storico un enorme supermercato a cielo aperto, perchè dovrebbe occuparsi dell’ennesima libreria in procinto di chiudere? Ma, per fortuna, a parlare, preoccuparsi e raccontare ciò che per 30 anni è stata La Libreria di via del Pellegrino c’è la stampa di mezzo mondo, assieme a tutti voi che avete frequentato questo luogo: lasciarvi sarà la cosa più difficile e dolorosa…».
«Sarebbe bello dirvi arrivederci con un dove e quando, – incalzano – ma per adesso ci fermiamo qui. Però non abbiamo mai smesso di sorridere, sappiatelo. E soprattutto di viaggiare anche con la testa. A questo proposito vi invitiamo, dal 29 novembre, a comprare un pezzettino di libreria, da portavi a casa, che selezioneremo per tutti voi. E la sera, sempre di venerdì 29, una piccola festa d’addio dal tramonto all’alba, così magari vengono anche Salma Hayek, George Clooney e Tarantino a darci una mano assieme a qualche vampiro.
Un modo per non sparire e per essere sicuri che questi libri possano restare al sicuro, sapendoli nelle vostre case. Un modo per darci una mano in un passaggio molto complicato anche da un punto di vista economico, inutile nasconderlo.
Un modo per poter contribuire al progetto “Libreria in Viaggio” – semmai riuscissimo a metterlo in piedi, ma ci vorrà ancora qualche mese – con cui vorremmo portare in giro per l’Italia la storia di popoli e territori, in attesa (forse…) che la libreria del Viaggiatore torni a casa.
Per ora ci sembra che la strada migliore e l’unica percorribile sia lavorare a questo progetto di “libreria errante”, e spostare la nostra esperienza e la storia della libreria a chi vorrà accoglierla: di città in città».
Chissà che il 29 novembre, a via del Pellegrino 165, non si presenti qualche divo magari nostrano, magari romano, a far da grancassa, con la sua voce, il suo fascino, il suo amore per la cultura e per Roma – quella vera, che non “s’arende” – ad un appello che, ci si augura, non lasci dietro di sè solo un ricordo struggente. (giornalistitalia.it)

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