Nella lapide dell’Ordine del Lazio inserire anche i nomi dei colleghi uccisi dai nazifascisti

Giornalisti ebrei perseguitati, evitare disparità

Riziero Fantini, Carlo Merli ed Enzio Malatesta fucilati dai nazisti a Forte Bravetta

ROMA – L’Ordine dei giornalisti del Lazio annuncia che, nella sede di piazza della Torretta 36, a Roma, sarà presto collocata una una lapide per ricordare i giornalisti ebrei perseguitati nella Seconda Guerra Mondiale.

Pierluigi Roesler Franz

Mi sembra una lodevolissima iniziativa che condivido in pieno. Tuttavia, non ci si è forse dimenticati dei giornalisti fucilati o uccisi dai nazifascisti a Roma o in altre città italiane nel 1943-1944? Si farebbe ancora in tempo a rimediare? A mio parere occorre assolutamente evitare ingiustificate sperequazioni.
Tre giornalisti (l’abruzzese Riziero Fantini, il milanese Carlo Merli e il toscano di Apuania – Massa Carrara, ma milanese d’adozione, Enzio Malatesta, Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria) furono fucilati dai nazisti a Roma, a Forte Bravetta, rispettivamente, il primo il 30 dicembre 1943, mentre gli altri due il 2 febbraio 1944.

Ezio Cesarini

Il giornalista veneto Ezio Cesarini, nativo di Montebello Vicentino, venne fucilato dai fascisti il 27 gennaio 1944 al poligono di via Agucchi a Bologna. Gli fu conferita la Medaglia d’Argento al Valor Militare.
Infine, Eugenio Colorni, giornalista milanese di origine ebraica, filosofo, politico (partecipò alla stesura del Manifesto di Ventotene, isola in cui viene confinato per oltre due anni dal gennaio 1939), patriota ed eroe della Resistenza, fu colpito a morte a Roma in via Livorno a fine maggio 1944 dai militi fascisti della banda Koch. Fu decorato con la Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria concessagli con questa motivazione: «Indomito assertore della libertà, confinato durante la dominazione fascista, evadeva audacemente dedicandosi quindi a rischiose attività cospirative. Durante la lotta antinazista, organizzato il centro militare del Partito Socialista Italiano, dirigeva animosamente partecipandovi, primo fra i primi, una intensa, continua e micidiale azione di guerriglia e di sabotaggio.

Eugenio Colorni

Scoperto e circondato da nazisti li affrontò da solo, combattendo con estremo ardimento, finché travolto dal numero, cadde nell’impari gloriosa lotta. Roma, 28 maggio 1944».
Mi chiedo: come fa allora l’Ordine del Lazio a dimenticarsene? Occorre rimediare al più presto anche per non esporre la categoria ad una pessima figura! Mi appello, quindi, soprattutto al buon senso dei colleghi consiglieri di piazza della Torretta: risolvete in fretta il problema prima dell’inaugurazione della lapide ai giornalisti ebrei perseguitati nella Seconda Guerra Mondiale! (giornalistitalia.it)

Pierluigi Roesler Franz

Forte Bravetta

 

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