Niente visto per Sara Gandolfi: «La copertura del tuo giornale è stata sbilanciata»

Cuba: il Corriere della sera non è gradito

fidel-funeraliROMA – Nessun visto di lavoro all’inviata del Corriere della Sera a Cuba, per seguire i funerali di Fidel Castro, «perché la copertura che il tuo giornale ha dato di Cuba in questi anni è “desbalanciada”, sbilanciata». È quanto si è sentita dire Sara Gandolfi alla quale – denuncia il Corsera – non sono state fornite ulteriori spiegazioni, per iscritto o oralmente.
Insomma, il Corriere a Cuba non è gradito. Che la giornalista resti nel Paese, ma come…turista. Così come si sono, di fatto, sentiti dire – su oltre cinquecento giornalisti che in queste ore sono accorsi in massa all’Avana – anche l’inviato del quotidiano tedesco Bild, Peter Tiede, il giornalista José Antonio Gill del canale televisivo argentino Canal 13 e il suo cameraman. Mentre altri giornalisti, secondo quanto riporta il Corsera, sono in attesa da più di due giorni di una risposta alla richiesta di visto per poter filmare e fare interviste.
«Resta in sospeso – riporta il Corriere della sera – la richiesta di The Daily Telegraph e The Guardian, arrivati come la nostra inviata domenica mattina al Centro. “Approvati” invece i giornalisti italiani de La Repubblica e della Rai».
La giornalista del Corriere non ha dubbi sulla natura del rifiuto che le è stato opposto: «È una decisione cubana», racconta che le hanno detto dopo  due giorni di attesa.
«Il collega della Bild – scrive il Corriere – è stato invitato, invece, in una stanza del Centro dove è rimasto chiuso per oltre undici ore, poi gli è stato detto di tornare più tardi, infine che era “inutile che perdesse altro tempo”».
A Sara Gandolfi, insomma, non resta che fare la turista a Cuba. Del resto, stessa sorte toccò nel maggio 2005 ad un altro inviato del Corriere, Francesco Battistini, che, dopo essere stato arrestato per aver seguito un’assemblea di oppositori, – riporta il quotidiano di via Solferino – era stato addirittura rimpatriato dall’Avana all’Italia. E sorte simile aveva subito pochi giorni prima un altro collega, sempre del Corriere, Rocco Cotroneo. Chissà se Fidel approverebbe questa censura sui suoi funerali.

I commenti sono chiusi.