Plebiscitario voto di gradimento dei giornalisti al piano editoriale del nuovo direttore

Chiocci al Tg1: “Fare domande e trovare notizie”

Gian Marco Chiocci, direttore del Tg1 Rai

ROMA – “Fare domande e trovare notizie”. A Gian Marco Chiocci è bastato il richiamo alle fondamentali regole del giornalismo, annunciate sin dal suo insediamento a Saxa Rubra, per conquistare la redazione del Tg1 che, con un voto plebiscitario, ha espresso il proprio gradimento al suo piano editoriale che mette al bando il vecchio “pastone” politico e il bilancino usato per  riequilibrare le posizioni espresse dalla maggioranza con quelle delle opposizioni anche più irrilevanti. Per un direttore esterno, proveniente dall’agenzia di stampa Adnkronos, dopo la direzione de Il Tempo e l’eccellente carriera di inviato de Il Giornale, il compito non era certo facile in un ambiente solitamente diffidente al cambiamento. Invece, Chiocci – da abile condottiero – anche in Rai non ha derogato alla buona regola di ascoltare e rispettare tutti. Tradizione di famiglia ereditata dal padre Francobaldo, gran signore nel giornalismo e nella vita, punto di riferimento per tanti giornalisti che credono ancora nella professione.
L’Assemblea dei giornalisti del Tg1 ha accolto con entusiasmo il piano editoriale di Gian Marco Chiocci tributandogli un gradimento superiore a quello dei suoi predecessori. Su 134 votanti 101 hanno votato a favore (71,63%), 26 contro, 4 hanno depositato nell’urna la scheda bianca e 3 hanno costretto la commissione elettorale ad annullare il loro voto. Monica Maggioni aveva ottenuto il 71,25%, Giuseppe Carboni il 59,06%.
Per Chiocci, che si era presentato in redazione assicurando che «chi ha voglia  troverà spazio e chi merita andrà avanti. Il Tg1 è e sarà solo di chi ci guarda», il giornalismo è, insomma, un’altra cosa.

Gian Marco Chiocci a Reggio Calabria (foto Giornalisti Italia)

Da esperto cronista, lo ha spiegato bene partendo dalla più elementare delle domande: «È possibile raccontare la politica più semplicemente?». Certo che è possibile. Basta tornare a consumare le suole delle scarpe andando a intervistare in presenza i personaggi, piuttosto che mandare in onda servizi preconfezionati. Ed ancora offrire «una cronaca più approfondita, magari rinunciando a un servizio per farne altri più incisivi, completi e accattivanti per il pubblico». Quanto agli esteri è necessario «provare nuove strade: esperimenti sul campo e non più e non solo dirette in studio». Cultura e spettacoli vanno resi più accattivanti, ospitando in studio i loro protagonisti, e soprattutto «l’economia va spiegata in forma più popolare che non significa certo pop». Alle imprese, ai commercianti e soprattutto alle famiglie, sempre più preoccupate dei propri bilanci, bisogna infatti spiegare con parole semplici le complesse dinamiche dell’economia. Che non per tutti è comprensibile attraverso le oscillazioni dei titoli in Borsa, ma attraverso la borsa della spesa, per tanti sempre più vuota.
In bocca al lupo al Direttore e alla Redazione del Tg1! (giornalistitalia.it)

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