Tragedia nello stabilimento Gedi di Udine. Non escono La Stampa e la Repubblica

Chiude il Centro Stampa: si suicida a 49 anni

GORIZIA – Tragedia al Centro Stampa di Gorizia: un capo reparto di 49 anni si è suicidato, impiccandosi, stanotte, in un ufficio dello stabilimento del Gruppo Gedi che ospita le rotative che stampano i quotidiani Il Piccolo di Trieste e il Messaggero Veneto di Udine. Nei giorni scorsi l’azienda aveva annunciato la chiusura del centro stampa con il trasferimento dell’attività e del personale nello stabilimento di proprietà del gruppo a Padova. L’uomo lascia la moglie e una figlia di 11 anni.
A scoprire il corpo dell’uomo, ormai senza vita, sono stati, verso le tre di notte, i colleghi di lavoro che hanno bloccato immediatamente la stampa del giornale che ha, così, ridotto la distribuzione in Friuli Venezia Giulia.
Mentre l’editore si dice “profondamente colpito e fortemente addolorato per quanto accaduto ed esprime le più sentite condoglianze alla famiglia, alla quale assicurerà aiuto e vicinanza”, l’assemblea dei redattori del Piccolo e del Messaggero Veneto ha proclamato per l’intera giornata di oggi 16 giugno uno sciopero immediato di tutti i giornalisti delle due testate in segno di lutto e di solidarietà ai colleghi e alla famiglia. Sciopero al quale hanno aderito anche i colleghi giornalisti dei quotidiani veneti del Gruppo (Il Mattino di Padova, La Nuova Venezia, La Tribuna di Treviso e Il Corriere delle Alpi), quelli de La Provincia Pavese ed i poligrafici de Il Tirreno di Livorno.
Una raccolta di fondi per la famiglia del collega che si è tolto la vita è stata lanciata dal sindacato dei poligrafici de La Stampa, alla quale ha aderito anche il Comitato di Redazione della Stampa assicurando la partecipazione dei colleghi giornalisti. E solidali con la protesta indetta dal sindacato dei poligrafici del gruppo Gedi, anche i giornalisti de La Stampa aderiscono allo sciopero, pertanto neppure il quotidiano diretto da Maurizio Molinari domani sarà in edicola. I giornalisti, infatti, “ne condividono le ragioni” denunciando che “una decisione grave come la chiusura di un centro stampa non può, a nostro avviso, essere comunicata con un solo mese di preavviso, soprattutto se le opportunità di ricollocazione dei colleghi interessati prevedono trasferimenti a centinaia di chilometri di distanza”.
“Si tratta – afferma il Cdr de La Stampa – di cambiamenti profondi che stravolgono la vita di intere famiglie. In considerazione di quanto è accaduto, sosterremo la protesta dei poligrafici devolvendo su base volontaria parte della retribuzione della giornata di oggi alla famiglia del collega scomparso a Gorizia”.
Anche il quotidiano “la Repubblica” non sarà in edicola né in formato digitale sul tablet. La decisione, resa nota sul profilo Twitter del quotidiano, è stata presa “in segno di solidarietà per la drammatica morte del poligrafico del centro stampa di Gorizia”.
“Profondo cordoglio” è stato espresso dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana e dall’Assostampa del Friuli Venezia Giulia sottolineando che “questo è il momento del dolore e del silenzio e bene hanno fatto le assemblee dei lavoratori e dei giornalisti dei due quotidiani a proclamare immediatamente e semplicemente lo sciopero. Ma non possiamo non ricordare che il tragico gesto giunge all’indomani dell’annuncio del gruppo Gedi di trasferire la stampa dei due giornali e le maestranze nella tipografia di Padova”.
“Il rispetto che si deve a tutti i lavoratori, alle loro vite e alle loro famiglie – denuncia il Sindacato dei giornalisti – non può non imporre una riflessione su politiche aziendali che, ormai ovunque, spingono le aziende a trattare il bene informazione con criteri esclusivamente ragionieristici. Viene così fatta passare in secondo piano la qualità del prodotto, il radicamento sul territorio e, purtroppo, anche la dignità del lavoro, sempre più ridotto a
merce, e delle persone, ormai pedine da spostare senza criterio sullo scacchiere dei risparmi, degli accorpamenti e dei tagli indiscriminati”.
“Il rispetto per le persone, prima ancora che dei lavoratori, deve tornare a essere nell’Italia del 2018 – conclude la Fnsi – una precondizione di relazioni industriali e sindacali spesso degradate, nel rispetto dei sacrosanti principi costituzionali. Alla famiglia e ai colleghi del lavoratore scomparso le condoglianze e la vicinanza commossa del sindacato unitario dei giornalisti italiani”. (giornalistitalia.it)

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