Adriano Farano ha fatto fortuna vendendo la sua Watchup alla statunitense Plex.tv

Voleva fare il giornalista, meglio la start up

Adriano Farano

Adriano Farano

ROMA – Nelle interviste ripete che il suo sogno è sempre stato fare il giornalista. Non ci è riuscito, ma ha fatto molto di più: ha creato un’azienda, una startup editoriale. Non solo: l’ha fondata negli Stati Uniti, in quella culla di talenti che è l’Univesrsità di Stanford. E dopo 4 anni l’ha venduta.
Si chiama Watchup ed è passata di mano il 31 gennaio a Plex.tv, app tra le 10 più usate negli Stati Uniti per la distribuzione in streaming di contenuti multimediali. Lui è Adriano Farano, 37 anni, nato a Cava de’ Tirreni. I primi passi in Italia prima del trasferimento negli States. Con 600 dollari in tasca, riportano alcune interviste. In 3 anni ha raccolto 4,3 milioni (dati Crunchbase).

Cosa fa Watchup

Watchup è un’app che ha provato a reinventare il concetto di telegiornale, restituendo valore all’informazione di qualità e combattendo le fake news. La cifra dell’operazione non è stata rivelata, ma sarà in parte cash e in parte in scambio di azioni. Plex dal 2009 al 2014 ha raccolto 11 milioni di dollari in investimenti (dati Crunchbase). È la prima uscita da un investimento realizzata da una startup guidata da un italiano nel mondo delle news. Da gennaio 2017 è disponibile anche in Italia.

Da Cava de’ Tirreni a Stanford

«La Silicon Valley mi ha cambiato la vita. Ma se ce l’ho fatta è solo per un motivo culturale. Sono un uomo del Sud. Partito da Cava de’ Tirreni, alle porte della Costiera Amalfitana, ho portato con me l’arte di arrangiarmi e la voglia di farcela», ha raccontato nel 2014 al Sole24Ore. Arrivato dal nulla, doveva dimostrare di avere le carte in regola per fare impresa lì. Nel tempio mondiale della digital economy. E del foundrasing, come dimostreranno i soldi raccolti negli anni.
Il primo telegiornale nel 1989. Ha nove anni, e lo schermo manda le immagini della caduta del muro di Berlino. Il giorno dopo, a scuola, si accorge che i suoi compagni non ne sanno nulla. Stampa un giornalino, il “Giornalino di Berlino” lo chiama. Lo vende a 500 lire e assume 4 piccoli giornalisti. Lì capisce che il giornalismo sarà il suo lavoro. Come reporter, prima. Poi come editore.

L’Erasmus a Strasburgo e la chiamata della Silicon Valley

Nel 2001, Farano è studente Erasmus a Strasburgo. Fonda un giornale online, multilingue, che si chiama CaféBabel.com . Ancora online. Un’esperienza che nel 2010 gli permette di vincere una borsa di ricerca all’Università di Stanford in California. 20 giornalisti da tutto il mondo cui l’università americana dà la possibilità di lanciare un progetto per rinnovare il giornalismo.
«Era la mia grande occasione. Sono partito per gli Usa con moglie e due figli (la più piccola aveva 3 mesi). Avevamo la casa, il visto, un sacco di appoggi», dichiara in un’intervista in cui racconta la sua storia.
Cerca un cofounder, lancia Watchup, raccoglie 500mila dollari, ne perde subito 30. Gli inizi di una startup. Poi le cose vanno meglio. Chiude il secondo round di investimento da un milione e poi un secondo da 2,5. Entrano i fondi di venture interessati al futuro dell’editoria. E del giornalismo. Quello di qualità: la prima passione di Farano.

Un progetto nato per il giornalismo, contro le fake news

Watchup è nato per rilanciare le testate che producono informazione via video. L’app permette a ogni utente di guardare un telegiornale ritagliato su misura, fatto in base alle preferenze e creato da un algoritmo proprietario. Vengono selezionati i migliori contentuti dalle più autorevoli testate al mondo. Diversi i riconoscimenti ottenuti dall’azienda in questi anni: nel 2014 Google l’ha inserita tra le migliori app dell’anno; nel 2016, quando è sbarcata su Apple Tv, è subito salita tra le app consigliate da Cupertino. A oggi ha come partner il Wall Street Journal e il Washington Post e tra i canali da cui “mixare” i contenuti ci sono Sky, Cnn, Vox ed Euronews.

“In Italia? Non ce l’avrei mai fatta”

Nata nel 2012 all’interno di StartX, incubatole dell’Università di Stanford, negli anni ha ricevuto i primi finanziamenti dall’acceleratore di start-up Microsoft Ventures. Nel dicembre scorso ha raccolto altri 2,8 milioni di dollari in un round guidato dal gruppo editoriale di Chicago Tribune Media, che  controlla oltre 40 canali di tv locali negli Usa, e con cui Watchup ha appena siglato una partnership per espandersi anche in questo settore oltre a quello nazionale. Se guarda indietro ammette: «No, in Italia non ce l’avrei mai fatta». (agi)

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