Giornalista e scrittrice di fama mondiale l’ultima vittima delle purghe del dittatore

Vergogna turca, arrestata anche Asli Erdoğan

Asli Erdogan

ISTANBUL (Turchia) – Si chiama Asli Erdoğan, ha 49 anni, ma non ha nulla a che spartire con il dittatore Recep Tayyip, l’ultima giornalista vittima delle purghe  in atto in Turchia. Opinionista del Radikal, è stata arrestata stamane dalla polizia, che ha fatto irruzione nella sua abitazione per prelevarla e portarla in commissariato per sottoporla ad interrogatorio.
Laureata al Robert College nel 1983 e in ingegneria all’Università Boganzici nel 1988, Asli Erdoğan ha lavorato come fisico al Cern e dopo un dottorato di ricerca a Rio de Janeiro, è tornata in Turchia per dedicarsi a tempo pieno all’attività di giornalista e scrittrice, conosciuta in Italia “Il mandarino meraviglioso” (Keller, 2014).

Ragip Zarakolu

Ragip Zarakolu

Sempre oggi la polizia ha fatto irruzione nell’abitazione di un altro scrittore ed ex redattore capo del quotidiano, Ragip Zarakolu, e del figlio Sinan. Il giornalista non era in casa, quindi l’arresto non è stato ancora effettuato, tuttavia gli agenti hanno sequestrati libri e documenti.
Blitz anche nell’abitazione dell’ex direttore Eren Keskin che, successivamente, ha raggiunto personalmente il Tribunale per rilasciare dichiarazioni spontanee al magistrato.
“Chi fa finta di nulla sappia che ora è toccato a noi, ma i prossimi saranno loro”, ha ammonito Keskin, bacchettando quanti davanti a tanta barbarie perpetrata nei confronti del quotidiano Özgür Gündem continuano a rimanere in silenzio.
Come ampiamente riferito ieri da Giornalisti Italia, la polizia turca ha fatto irruzione nella redazione del quotidiano Özgür Gündem, arrestando i giornalisti e svuotandola completamente per impedire l’uscita dell’edizione di oggi del giornale. In carcere undici giornalisti del quotidiano, due rappresentanti del Sindacato turco dei giornalisti e un inviato dell’agenzia di stampa curda Dicle.

Eren Keskin

Eren Keskin

L’irruzione segue il provvedimento emesso dal Tribunale di Istanbul che, stamane, ha ordinato la chiusura del quotidiano accusato dal pubblico ministero di aver fatto propaganda a favore dei ribelli separatisti curdi del Pkk.
L’avvocato di Özgür Gündem, Sinan Zincir, ha dichiarato all’emittente televisiva Imc tv che, in occasione dell’irruzione, la polizia non ha mostrato alcun mandato di perquisizione. L’emittente televisiva non ha potuto, però, effettuare alcuna ripresa, in quanto la polizia di Erdogan non solo ha impedito di farlo, ma ha sottoposto a fermo sia il giornalista che il cameraman inviati sul posto a documentare l’ennesimo delitto contro la libertà di stampa in Turchia.
Ieri, rispondendo all’appello lanciato dalla redazione di Özgür Gündem, numerosi cittadini hanno manifestato davanti alla sede del giornale per protestare contro l’irruzione della polizia che ha portato chiusura del quotidiano e all’arresto dei giornalisti.
Il silenzio, nella stragrande maggioranza dei casi figlio del terrore imposto dal regime di Recep Tayyip Erdogan, non riuscirà comunque a spegnere la voce dei giornalisti liberi che, mettendo a repentagli la propria vita, continuano a battersi per la libertà di stampa. (giornalistitalia.it)

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