Al processo di Palermo nei confronti di Mered Medhanie Yedhego detto il generale

Traffico migranti: Tondo non potrà testimoniare

Lorenzo Tondo

Lorenzo Tondo

PALERMO – Il giornalista Lorenzo Tondo, collaboratore del giornale britannico The Guardian, non sarà ammesso come teste al processo nei confronti di Mered Medhanie Yedhego, detto il generale, accusato di essere a capo di una organizzazione che si arricchisce con il traffico di esseri umani. Lo ha deciso la Corte di Assise di Palermo, presieduta da Alfredo Montalto, che ha rigettato la richiesta formulata dalla difesa dell’imputato, ritenendo “superflua” l’integrazione della lista testi.
Secondo la Corte, infatti, è già stato sentito un altro teste, Tesfay Haile Fishaye, che per l’accusa avrebbe avuto contatti con diversi migranti e anche con lo stesso giornalista, il quale sull’argomento ha scritto numerosi reportage.
Ieri, inoltre, è stato sentito un altro testimone, Abdelfetan Mohammed, mediatore culturale che ha riferito alla Corte di avere saputo da alcuni rifugiati eritrei che “quello detenuto non è il generale, noi lo conosciamo come Medhanie – ha aggiunto – viveva con noi nel quartiere di Giref, l’area di Karthoum in cui abitano decine di migliaia di persone fuggite dall’Eritrea”.
Mohammed ha riferito di essere stato a Kartoum ad agosto 2016 per andare a trovare la sua famiglia. Il testimone ha anche aggiunto di avere saputo da alcuni profughi eritrei sbarcati in Italia che “l’imputato non è quello che dicono, lui è Medhanie e non c’entra niente”. Il presidente Montalto ha chiesto al testimone di riferire le generalità delle persone che avevano raccontato queste vicende ma Mohammed ha detto di “non conoscere i nomi e di non sapere dove possano ora trovarsi”.
L’imputato, ieri in aula, è stato arrestato in Sudan nel maggio 2016 ed estradato in Italia il successivo 7 giugno su mandato della Procura di Palermo che lo ritiene Mered Medhanie Yedhego, un trafficante di esseri umani, capo di una organizzazione criminale transazionale.
Il legale, Michele Calantropo, da subito ha sostenuto l’errore e lo scambio di persona; a essere catturato in Sudan e poi consegnato alle autorità italiane è un falegname eritreo di nome Medhanie Tesfamariam Behre. Nella prossima udienza in programma il 19 marzo, oltre a due testi della difesa provenienti dalla Svezia, sarà sentito proprio l’imputato. (agi)

 

 

I commenti sono chiusi.