Un calabrese innamorato della fotografia il primo italiano a conquistare l’ambito premio

Tony Gaudio, l’Oscar salvato dall’oblio

Tony Gaudio (Cosenza, 20 novembre 1883 – Burlingame, Usa, 10 agosto 1951)

COSENZA – Quando, nel 1906, partì da Cosenza per gli Stati Uniti, insieme al fratello Eugenio, il ventitreenne Gaetano Antonio Gaudio non aveva nessuna idea che sarebbe stato un giorno il primo italiano a vincere l’ambito premio Oscar; sapeva solo che con la fotografia avrebbe voluto conquistate l’America.
Imparò l’arte nel laboratorio di famiglia, in Corso Telesio, Cosenza – una delle poche presenti in tutto il Sud Italia fin dalla seconda metà del ’800 – dove è ancora oggi presente, sulla palazzina dove un tempo era l’attività commerciale dei Gaudio, l’insegna “Foto Gaudio”, a testimonianza di un importante punto di riferimento per i professionisti e per gli amatori delle tecniche cine-fotografiche dell’epoca.
Ma “Tony”, come lo chiamavano là giù, la perfezionò a Hollywood, sia come regista, sia come direttore della fotografia. Fino a vincere, nel 1937 il premio Oscar – il primo assegnato a un italiano, dunque ben prima dei più noti De Sica, Fellini, Loren, Benigni, Sorrentino – per la direzione della fotografia del film “Avorio Nero” di Mervyn LeRoy.
In quegli anni si affermò come pioniere del neonato cinema e innovatore delle tecniche di illuminazione e di ripresa cinematografica, ponendo così le basi a quello che poi diventerà lo stile delle immagini del cinema moderno.
A quasi un secolo da questi fatti, e dopo decenni di oblio su Tony Gaudio, si è ricominciato a ricordarlo: con qualche articolo negli scorsi anni e con un progetto di documentario biografico dal titolo: “L’Oscar Dimenticato”, per la regia di Alessandro Nucci, che sarà prodotto dalla Open Fields Productions, una stessa società di produzione cine-audiovisiva calabrese che ha ottenuto il sostegno della Calabria Film Commission per questo progetto.

Tony Gaudio con Ann Blyth

«Comunemente – spiegano alla Open Fields – si ricorda come primo Oscar vinto da un italiano, quello del 1947 a Vittorio De Sica per “Sciuscià”. Ma già dieci anni prima un altro italiano aveva vinto l’Academy Award, un uomo meno noto ma la cui carriera fu altrettanto significativa: un direttore della fotografia, Gaetano “Tony” Gaudio, emigrato ai primi del ‘900 da Cosenza a Hollywood, alla volta del sogno americano. Lì divenne pioniere ed innovatore delle tecniche di illuminazione e di ripresa cinematografica, ponendo le basi a quello che poi diventerà lo stile delle immagini del cinema moderno. Un uomo osannato dalla stampa americana dell’epoca e divenuto ben presto punto di riferimento delle grandi dive come Bette Davis, Greta Garbo, Norma Talmadge. Il nostro documentario in realizzazione vuole raccontare il viaggio che ha portato Tony Gaudio dalla Calabria alla consacrazione del 1937 da parte dell’Academy of Motion Picture, indagando anche il mistero che si cela dietro la sparizione della statuetta del primo Oscar italiano».
Si tratta di un progetto che sarà girato tra Cosenza e gli Stati Uniti e chiama in causa, come testimone privilegiato anche Mauro Fiore; un altro direttore della fotografia calabrese, emigrato negli Stati Uniti e, un altro naturalizzato americano, vincitore di Premio Oscar: quello del 2010 per il film “Avatar” di James Cameron, che al contrario di quella smarrito di Gaudio è oggi ben custodita nella casa in California del “d. o. p.” originario di Marzi (Cs).
Ma il prossimo lunedì 12 settembre a partire dalle ore 11 – a Cosenza (in via San Giovanni Gerosolimitano, più nota come piazzetta della Uova, su Corso Telesio) sarà reso un altro omaggio al Tony Gaudio: l’affissione di una targa commemorativa in pietra, che sarà collocata sulla facciata dell’edificio che ha ospitato il negozio “Foto Gaudio”, alla presenza e con l’intervento delle istituzioni pubbliche coinvolte nell’organizzazione e delle associazioni di categoria che hanno patrocinato l’evento, e, soprattutto, del nipote di Tony Gaudio, Gino Gaudio, membro attivo della comunità italo-americana di Los Angeles e portatore del ricordo dello zio.
L’evento è organizzato dalla stessa Open Fields che produrrà il documentario ed è realizzato con il supporto e il patrocinio del Comune di Cosenza, della Provincia di Cosenza e della Fondazione Calabria Film Commission, oltre che con il patrocinio non oneroso di Confcommercio Imprese per l’Italia (provincia di Cosenza) e di Confartigianato Imprese Calabria.
Insomma: Gaetano Antonio Gaudio, detto Tony, non è del tutto dimenticato; né la sua carriera di narratore di storie per mezzo della luce è del tutto oscurata dall’oblio. Una luce resta, e forse anche il suo Oscar tornerà a brillare. (giornalistitalia.it)

Francesco Mollo

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