Il giornalista Giulietto Chiesa a Teheran critica il silenzio dei media

Sostegno all’Intifada palestinese

Giulietto Chiesa

Giulietto Chiesa

TEHERAN (Iran) – “La potenza informativa e comunicativa di cui dispone l’Iran è incomparabilmente inferiore” a quella dell’Occidente e lo spazio che trova sui media dei Paesi “avversari” è praticamente inesistente. Ad affermarlo è lo scrittore e giornalista Giulietto Chiesa, ospite a Teheran della conferenza di due giorni dedicata al “Sostegno all’Intifada palestinese” che ha visto la partecipazione di 700 ospiti stranieri, delegazioni parlamentari dei Paesi islamici, scrittori, giornalisti ed intellettuali da tutto il mondo.
“Prima di Iran si parlava di più per la dura polemica con gli Stati Uniti sul nucleare”, oggi neanche quello, ha osservato Chiesa, che è anche un ex eurodeputato, in un’intervista all’Agi. Per Chiesa l’Iran ha ancora una visione dell’informazione ferma agli inizi del 20° secolo e “non comprende che oggi il 99% della battaglia politico-culturale si svolge attraverso i media”.
Il Paese, ha proseguito il giornalista, “ha un’offerta informativa-comunicativa che dal punto di vista mediatico è niente rispetto a quello che fa l’Occidente, tutti i giorni, da tutte le finestre visive che esistono, televisive in primo luogo, e tutte le altre. Quindi c’è una disparità assoluta e penetrare nel sistema informativo dell’Occidente richiede un’impostazione diversa”.
Il momento più importante della conferenza, fortemente voluta da Teheran per riportare l’attenzione sulla questione palestinese, è stato il discorso di apertura della Guida suprema iraniana, Seyyed Ali Khamenei, che ha liquidato come “inutili e controproducenti” i negoziati di pace in Medio Oriente affermando che “la lotta armata” e “la resistenza” sono l’unica scelta rimasta al popolo palestinese.
“Il primo problema è la divisione dei palestinesi”, ha detto Chiesa sottolineando che “definire Intifada quello che sta succedendo in Palestina è una sopravvalutazione perché in realtà si tratta di atti isolati che hanno peraltro un impatto mediatico molto limitato”.
Nella discussione della commissione dei parlamentari, “a cui ho partecipato in quanto ex deputato europeo”, ha continuato Chiesa, “è emerso che ci sono due linee; una è quella degli Stati islamici, che dovrebbero porre la questione palestinese al centro del rapporto tra Islam e resto del mondo, come voleva l’Imam Khomeini. Ci sono, però, anche molti altri Stati che considerano riduttivo limitare la questione a un problema islamico. Una delegazione africana ha ricordato che nel suo Paese la questione dei diritti dei palestinesi viene riconosciuta anche se il Paese non è a maggioranza musulmana”. (agi)

 

 

 

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