Responsabilizzare la Rete a garanzia del giornalismo professionale e del pluralismo

Siddi: “Obblighi etici per i colossi del web”

Franco Siddi

ROMA – “Il sistema tipico dei media, giornali e radiotelevisione, si è dato negli anni dei paradigmi, anche attraverso norme di legge e contratto di lavoro al punto che le imprese organizzate e i giornalisti costituiscono oggi un presidio imprescindibile di libertà e pluralismo. La grande sfida è ora fare in modo che i colossi e gli altri operatori della Rete possano rispondere ad obblighi etici e morali di altrettanta garanzia”. Lo ha dichiarato Franco Siddi, presidente di Confindustria RTV, in occasione della Giornata mondiale per libertà di stampa.
Siddi, ex segretario generale e presidente della Fnsi ed attuale componente del Cda Rai, sottolinea che la libertà di stampa, oltre per il tema della sicurezza dei giornalisti e la garanzia della loro indipendenza e del pluralismo dei media, è tornata alla ribalta di recente anche per le problematiche connesse alla diffusione e condivisione delle notizie in Rete, “disintermediate, virali, estremizzate”.
Rilevando che si ricercano nuovi equilibri fra gli interessi configgenti – ad esempio il reato di diffamazione, il diritto all’oblio – e nuovi strumenti per tutelare individui e minoranze – censura, incitamento all’odio, cyberbullismo – Siddi ricorda, soprattutto, che il dibattito recente si è incentrato sul fenomeno della disinformazione online o delle notizie deliberatamente false (fake news) spinte da intenti commerciali, di propaganda, goliardici (soprattutto i social).
Il fenomeno – aggiunge Siddi – è antico quanto la libertà di stampa, ma per quanto riguarda i professionisti dell’informazione (il giornalista e l’editore) l’ordinamento prevede già obblighi di diligenza e responsabilità. Quello che manca, a normativa attuale, è una maggiore responsabilizzazione della Rete, a partire dai grandi nuovi intermediari (fra cui in primis aggregatori, motori di ricerca, social).
Sul tema sta lavorando l’Agcom in un tavolo tecnico dedicato a cui partecipa anche Confindustria Radio Televisioni, e la UE. Si deve intervenire come sottolineato dal Gruppo di esperti Ue – inclusa, per l’Italia, il consigliere di CRTV Gina Nieri – con un approccio multidimensionale utilizzando strumenti diversi, fra cui coregolazione, fact checking, trasparenza, digital literacy.
E Siddi sottolinea che “molte imprese che organizzano la produzione editoriale non attraversano un momento facile per i disequilibri economici e concorrenziali del nuovo contesto digitale, connesso, globale. Anche i giornalisti oggi vivono male in quasi tutto il mondo, per diversi motivi: dalla crisi economica alla sofferenza per pressioni e restrizioni di libertà e del diritto del lavoro”.
Il presidente di CRTV ribadisce, quindi, il ruolo delle imprese editoriali a garanzia del giornalismo professionale e della pluralità dell’informazione nell’era digitale: “Il servizio pubblico, come del resto tutte le imprese editoriali, devono assicurare un’informazione soddisfacente, professionale e devono fare in modo che tutte le voci del pensiero sociale pubblico trovino modo di essere diffuse e i confrontarsi”. (agi)

 

 

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