Nel processo a Venerando Lauretta Fnsi e Odg parte civile a fianco del giornalista

Rinviato a giudizio il boss che minacciò Borrometi

Paolo Borrometi

Paolo Borrometi

CATANIA – Venerando Lauretta, vittoriese classe 1969, già condannato per mafia, è stato rinviato a giudizio dal gup di Catania Anna Maggiore per minacce aggravate dal metodo mafioso, dalla continuità e dalla recidiva. È accusato di essere stato l’autore delle minacce nei confronti del giornalista dell’Agi e direttore del sito on line laspia.it, Paolo Borrometi.
La decisione nel corso dell’udienza preliminare durante la quale il pm, il sostituto procuratore distrettuale Valentina Sincero ha avanzato la richiesta di rinvio a giudizio. La prima udienza del processo che si svolgerà a Ragusa è stata fissata per il 26 maggio.
Lauretta, utilizzando il social network Facebook aveva lanciato pesanti minacce a Borrometi: «Il tuo cuore verrà messo nella padella. E dopo me lo mangerò capito piscia letto», una delle frasi rivolte al cronista per le sue coraggiose inchieste.
Parte civile ammessi dal Gup saranno la Federazione nazionale della Stampa e Ordine nazionale e regionale dei giornalisti e il Comune di Vittoria.
Oggi a Catania in tribunale c’era pure il presidente dell’Ordine regionale dei giornalisti, Riccardo Arena, che ha detto: «Nessun collega rimane solo perché quando un giornalista viene minacciato è in gioco la libertà di tutti. Per questo siamo a fianco di Paolo Borrometi in questo processo così come lo siamo nell’altro dibattimento in corso a Ragusa». L’Ordine regionale si è costituto parte civile con gli avvocati Nino Caleca e Marcello Montalbano. (agi)

LA FNSI: “SIAMO CON BORROMETI E CON TUTTI I GIORNALISTI CHE SUBISCONO MINACCE”

ROMA – «Siamo vicini a Borrometi e saremo con lui in aula anche in questo nuovo processo – dichiarano il segretario generale e il presidente della Federazione nazionale della Stampa, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, e il responsabile per i progetti di educazione alla legalità della Fnsi, Michele Albanese – così come siamo e saremo vicino a tutti i cronisti che subiscono minacce e intimidazioni per via del loro lavoro. Le giornaliste e i giornalisti italiani non sono soli nella battaglia per la legalità».
«Ancora una volta la Fnsi è al fianco di chi difende la libertà di informazione anche contro le minacce di stampo mafioso. L’informazione non si difende soltanto con le parole, ma anche con il coraggio e con i fatti», è, invece, il commento dell’avvocato Francesco Paolo Sisto, che, con l’avvocato Roberto Lopelli, seguirà il processo per la Federazione nazionale della stampa.

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