Per il Gip il reato è consolidato: il direttore di Telejato è accusato di estorsione

Revocato il divieto di dimora a Pino Maniaci

Pino Maniaci

Pino Maniaci

PALERMO – Il Gip di Palermo Nicola Aiello ha revocato il divieto di dimora nei confronti di Pino Maniaci, il direttore di Telejato. Il Gip, ha accolto le istanze dei difensori – Antonio Ingroia e Bartolomeo Parrino – dopo che, nei giorni scorsi, la Cassazione aveva ritenuto inammissibile il ricorso dei legali sul provvedimento con cui il Riesame aveva accolto l’istanza della Procura che imponeva il divieto di dimora nelle province di Palermo e Trapani. Il giornalista è accusato di estorsione nei confronti di alcuni amministratori locali.
Secondo il Gip di Palermo le esigenze cautelari si sono ormai esaurite, nei confronti di Pino Maniaci: la prova è consolidata, dopo che la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio del direttore di Telejato, e non c’è più la necessità di tenere il giornalista pubblicista lontano dalle province di Agrigento e Trapani.
Pochi giorni fa la misura cautelare del divieto di dimora era stata ripristinata dalla Cassazione che aveva dichiarato inammissibile il ricorso della difesa: Maniaci, che risponde di estorsione nei confronti dei sindaci dei Comuni di Borgetto e Partinico (entrambi in provincia di Palermo), aveva ottenuto la revoca del divieto di dimora per un difetto di notifica nel procedimento al tribunale del Riesame. La Procura aveva, però, eccepito che una terza ipotesi di reato, un’estorsione ai danni di un assessore comunale di Borgetto, non era stata ritenuta dal Gip meritevole di allontanamento dalle due province: era stato così presentato appello per questa specifica accusa e il riesame stavolta lo aveva accolto.
Successivamente la Suprema Corte aveva confermato il provvedimento. Il divieto è durato, però, solo meno di un paio di settimane, revocato ieri dal giudice Nicola Aiello. Secondo l’accusa, Maniaci avrebbe costretto gli amministratori locali a dargli denaro per evitare di essere attaccati dalla sua combattiva emittente di Partinico (Palermo), alla quale collabora anche Salvo Vitale, che fu amico e molto vicino a Peppino Impastato, il giornalista ucciso nella vicina Cinisi il 9 maggio 1978. (Agi)
Il giornalista, ripreso dai carabinieri mentre chiedeva denaro ai sindaci dei comuni di Partinico e Borgetto, ha sempre respinto le accuse.

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