A Cagliari i cronisti tornano in aula: l’emergenza Coronavirus non giustifica il divieto

Processi a porte chiuse? Non per i giornalisti

Il Tribunale di Cagliari

CAGLIARI – La stampa sarà ammessa di nuovo ai processi. Questa mattina, infatti, come annunciato dall’avvocato Patrizio Rovelli, presidente dell’Osservatorio per la Giustizia (Opg), nel corso dell’udienza a Cagliari su presunte tangenti legate ai permessi di soggiorno, il legale ha sollevato la questione di illegittimità costituzionale della normativa sull’emergenza Covid-19 e degli articoli 472 comma 3 e 473 comma 2 del codice di procedura penale su cui si fonda le nuove regole.

Patrizio Rovelli

«La questione è stata dichiarata irrilevante sul presupposto che questa norma debba essere interpretata non nel senso che il giudice possa consentire l’accesso della stampa alle udienze penali, ma che il giudice debba ammettere i giornalisti in aula – spiega Rovelli – in pratica il giudice ha interpretato la norma in senso costituzionalmente allineato e non letterale».
Così, oggi, il collegio della seconda sezione presieduto da Giovanni Massidda ha ammesso due giornalisti in aula, nonostante l’udienza fosse a porte chiuse per l’emergenza coronavirus. E da domani, quindi, i giornalisti che faranno richiesta ai giudici potranno seguire le udienze penali dibattimentali.
Rimangono, però, i problemi legati all’accesso al Palazzo di Giustizia di Cagliari: la stampa dovrà prima indicare il processo che intende seguire, poi fare richiesta alla Procura generale per poter entrare in Tribunale e infine richiedere il via libera al giudice dell’udienza che si intende seguire. Contro questa procedura sono già scesi in campo l’Ordine dei giornalisti della Sardegna e l’Assostampa Sarda. (ansa)

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