Salvo Ricco al governatore Musumeci: “La mia protesta è per tutti i diabetici siciliani”

Niente sensore, il giornalista: “Non mi curo più”

Salvo Ricco

PALERMO – «Caro presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, scrivo queste poche righe pieno di paura per ciò che sta accadendo ai diabetici siciliani, in special modo ai diabetici di tipo 1, come me, che hanno in dotazione il microinfusore. La nostra unica speranza si chiama insulina. La nostra vita è legata all’insulina. Ma per protesta smetterò di assumerla, mettendo a rischio la mia salute, perché nel meccanismo di distribuzione dei presidi medici, a cominciare dal nuovo sensore collegato al microinfusore 670G, Il Guardian 3, qualcosa si è inceppato. E a noi diabetici non interessa chi sta sbagliando in questa storia – perché qualcuno sta sbagliando – ma interessa solo che questa vicenda si concluda la più presto e che le farmacie tornino ad avere i sensori adatti a questi apparecchi moderni, paragonabili, pensi, a un quasi pancreas artificiale».
È una denuncia forte e dettagliata quella che il giornalista Salvo Ricco ha deciso di affidare alla sua pagina Facebook scrivendo un post pubblico che vuole essere una lettera aperta al governatore della Sicilia.
«A molti diabetici – scrive Ricco – sono stati distribuiti i nuovi microninfusori, e i risultati positivi cominciano ad arrivare. I livelli di glucosio nel sangue riescono ad essere accettabili. Senonché, improvvisamente, dopo che le cose sono migliorate, nelle farmacie mancano i sensori. Cioè, ci vantiamo di avere uno tra i microinfusori più evoluti al mondo ma poi mancano i sensori, lasciando al buio i diabetici. Grazie a questi sensori, che noi infilziamo nelle nostre carni, il microinfusore riceve – ogni cinque minuti – i livelli di glicemia nel sangue. Ciò permette alla macchina di intervenire automaticamente con microgocce di insulina, per tenere a bada la glicemia. Pensi a quanti benefici ne potrà ricavare un bambino diabetico, ma anche un adulto, con livelli mostruosi di glicemia».
«Insomma, – prosegue il giornalista malato di diabete – con le macchine si può smussare questa insidiosa e pericolosa patologia, che, ricordo, se non curata può portare anche alla morte. La domanda che le pongo è molto semplice: se sono stati distribuiti i nuovi microinfusori perché le farmacie non sono fornite di sensori? C’è qualcosa che non torna. E questa incertezza provoca molto sconforto e paura tra i diabetici. Presidente, la prego, intervenga presto».
«Nei prossimi giorni, per protesta, – incalza Salvo Ricco – se non ci saranno sviluppi staccherò dal mio corpo il micronifusore, vanificando i progressi conseguiti negli ultimi due anni, che mi hanno permesso di non avere più le temute ipoglicemie. E mi spingerò verso qualcosa di ancora più grave: smetterò di assumere insulina, mettendo a rischio la mia salute. Non è un braccio di ferro, ma un sacrificio necessario; un’azione dettata dalla disperazione di chi ogni giorno deve lottare per averla vinta sul diabete, e che vive nella speranza che tutto potrà tornare al proprio posto grazie a un suo autorevole intervento». (giornalistitalia.it)

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