Convegno promosso da Asig, Fieg e Osservatorio Quotidiani “Carlo Lombardi”

Ediland Meeting, l’informazione di domani

BOLOGNA – “Una platea numerosa anche per questa edizione, che a dispetto della crisi dimostra la volontà degli imprenditori dell’informazione e dell’industria editoriale di continuare a fronteggiare le difficoltà con creatività e immaginazione, anche mettendo in campo sinergie nuove”. Così Gianni Paolucci, presidente dell’Asig, promotore dell’incontro odierno insieme alla Fieg e all’Osservatorio Quotidiani Carlo Lombardi, nell’aprire i lavori di Ediland Meeting 2019 oggi a Bologna.
Fabrizio Carotti, direttore generale Fieg, premettendo che “la domanda di informazione rimane sempre molto alta (quasi 40 milioni di italiani ogni mese fruiscono di titoli stampa, fonte Audipress)”, ha ribadito “la necessità di misure urgenti. Tra queste, in particolare, il finanziamento del credito d’imposta per la pubblicità incrementale per il 2019, misura attesa da piccole e medie imprese e professionisti, e interventi sulle regole di pensionamento nel settore, per accompagnare situazioni industriali di ristrutturazione e favorire il ricambio generazionale”.
Una panoramica sull’informazione giornalistica nel mondo – con i nuovi attori globali rappresentati dai motori di informazione, di opinione e di intrattenimento e con l’informazione veicolata principalmente attraverso social network –, a cura di Sergio Vitelli (Asig), è stato il primo degli interventi, che si è chiuso con alcune “good news” dall’estero, come le sinergie tra editori basate su nuovi concetti di collaborazione e di creatività nella produzione di diversi, efficaci, format di informazione, spesso anche personalizzata.
Alcune “good news” anche dall’Italia a partire dalla stabilizzazione del calo delle vendite, che da un valore di circa il 15% si sta assestando intorno al 5%, fino a iniziative editoriali originali quali Freeda, tutta informazione sul femminile e tutta online. Per quanto riguarda l’industria dei media in Italia e nel mondo, il trend rimane per il momento quello della concentrazione delle imprese, in Usa in atto in modo sempre più veloce. (ansa)

 

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