Si era dimesso da presidente dell’Odg Emilia Romagna. Iacopino: “Si vergognino”

Niente falso e truffa: assolto Gerardo Bombonato

Gerardo Bombonato

Gerardo Bombonato

BOLOGNA – Il giudice del tribunale di Bologna Silvia Monari ha assolto con formula piena, perché il fatto non sussiste, Gerardo Bombonato e Raimond Dassi, rispettivamente ex capo ufficio stampa dell’assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ed ex assessore del Comune di San Lazzaro.
Bombonato il 28 aprile 2014 rimise il secondo mandato da presidente dell’Ordine regionale dei giornalisti proprio dopo il rinvio a giudizio.
Secondo l’accusa che ha portato al processo (Pm Morena Plazzi) per falso e truffa, Bombonato avrebbe incaricato e poi pagato Dassi per un corso con cui l’assessore doveva insegnare al personale l’utilizzo di un software e la gestione del sito internet del Consiglio regionale. Un corso che per la Procura non fu concluso, ma che fu comunque pagato a Dassi, 10mila euro.
La sentenza è stata pronunciata dopo che anche il viceprocuratore onorario in aula aveva chiesto l’assoluzione, seppur con formula dubitativa. Soddisfazione dalla difesa Bombonato, assistito dall’avv. Maria Grazia Tufariello.

Enzo Iacopino

Enzo Iacopino

“Oggi – commenta il presidente nazionale dell’Odg, Enzo Iacopino – il Tribunale di Bologna ha assolto con formula ampia, il fatto non sussiste, il mio amico Gerardo Bombonato. Quando, a seguito dell’infamia di una lettera anonima, fu rinviato a giudizio, senza mai essere stato ascoltato, ne subì un trauma violento. Lo accusavano di falso ideologico e truffa per una iniziativa formativa della regione Emilia-Romagna della quale era capo ufficio stampa. Per prima cosa fece quel che fanno tutte le persone perbene: si dimise da presidente dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia Romagna. Qualcuno, miserabile, ne gioì, coltivando illusioni di uno strapuntino al sole”.
Bombonato, ricorda Iacopino, “soffrì molto per questa disgustosa vicenda, resa più barbara dal sospetto che quella lettera anonima nascesse dalle frustrazioni di qualcuno che gli era stato vicino. Ma quella vergognosa storia lo aveva segnato. Glielo si leggeva negli occhi. Che non abbassava mai, incrociando lo sguardo di altri, come possono fare soltanto le persone perbene. Oggi l’assoluzione: era estraneo a quelle accuse”.
Iacopino ringrazia “per questa verità, della quale non ho mai dubitato, i giudici e l’avvocato di Gerardo, Maria Grazia Tufariello. Ma – prosegue – penso ai cialtroni. A quelli della lettera anonima e a quanti hanno tentato di strumentalizzare la vicenda. Non mi illudo si vergognino, ma hanno tutto il mio disprezzo”. (Ansa)

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