Il caso Coletti ripropone l’urgenza di un intervento legislativo a tutela dei giornalisti

Minacce ai cronisti: non c’è tempo da perdere

Riccardo Coletti

Riccardo Coletti

Alessandro Galimberti

Alessandro Galimberti

ASTI – Il nuovo episodio di intimidazione al collega Riccardo Coletti del quotidiano La Stampa – minacciato da due sconosciuti per le sue indagini sul caporalato nelle vigne dell’Astigiano, dopo aver subito un danneggiamento dell’auto – rende sempre più urgente un intervento legislativo a tutela dei cronisti, intervento che prenda atto della intollerabile escalation di aggressioni dirette, indirette, fisiche e virtuali a loro danno.
Perchè mentre il legislatore continua a concentrarsi – nei disegni in gestazione – su come restringere il perimetro della cronaca e su come aumentare la punibilità di chi ha solo il torto di raccontare la realtà ai cittadini/elettori, oggi con le regole in vigore chi ha minacciato Riccardo rischia una condanna meno che simbolica.
Lo stesso, cioè nulla, rischiano i boss più o meno mafiosi che dai social network attaccano quotidianamente i cronisti. Mentre i cronisti devono invece affrontare quotidianamente, oltre il pericolo per la propria incolumità e dei propri congiunti, anche il rischio di querele temerarie e citazioni milionarie infondate, rischi che con le future leggi possono solo aumentare.
Ribaltare questa logica perversa dovrebbe essere, prima di tutto, un atto di responsabilità di chi governa il Paese e scrive le leggi. L’Unione Nazionale Cronisti Italiani, nell’esprimere la piena solidarietà e condividere idealmente la responsabilità del lavoro di Riccardo Coletti, ribadisce l’impegno nella difesa della libertà di informazione e della dignità e dei diritti dei colleghi più esposti.

Alessandro Galimberti
presidente Unione Nazionale Cronisti Italiani

 

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