Ricordato ieri sera alla Lumsa da colleghi e amici vivrà nel libro-memoria di Media&Books

Mario Nanni grande Maestro di giornalismo e di vita

Carlo Parisi, Pino Nano e Santo Strati nell’Aula Giubileo dell’Università Lumsa di Roma

ROMA – Serata in memoria del giornalista Mario Nanni ieri pomeriggio nell’aula Magna dell’Università Lumsa di Roma, che lui considerava la sua seconda casa, e dove Carlo Chianura, il direttore della Scuola di Giornalismo, dieci anni fa lo aveva chiamato ad insegnare i segreti della professione giornalistica agli studenti del suo corso di laurea. Il che significa, docente maestro e guida morale di intere generazioni di giovani diventati nel frattempo professionisti e cronisti per mestiere.
Serata per certi versi anche solenne, che Mario Nanni, nonostante il suo carattere estroverso e riservato, avrebbe gradito molto, e che ha visto nell’aula magna della “sua Università del cuore” molti dei suoi amici più cari e molti dei suoi colleghi e compagni di lavoro di un tempo. Ma anche decine di studenti del Corso di Giornalismo che lo avevano conosciuto in passato durante le sue lezioni quotidiane.
Tutto questo, va detto, per un libro che oggi lo racconta, pubblicato dal suo editore storico, Santo Strati per il Gruppo Media&Books, e distribuito gratuitamente a chiunque lo volesse o lo richiedesse «perché – ha detto – mi sembrava giusto ricordarlo così a chi per caso non lo aveva mai conosciuto o incontrato».

Santo Strati

Un volume che si apre con una foto in primo piano di Mario Nanni e che raccoglie alcuni dei sui editoriali più importanti scritti dal giornalista pugliese per “Bee Magazine”, il giornale che Mario aveva fondato per il gruppo The Skill.
«Sarà comunque un successo», mi ripeteva Mario all’indomani del suo incarico di direttore editoriale di Bee Magazine, una sfida culturale in cui credeva fermamente e che poi aveva, di fatto, avvolto letteralmente tutta la sua vita, questi ultimi dieci anni di vita romana per lui ormai in pensione, dopo una vita da caporedattore centrale del politico dell’Ansa.
Da lontano, per telefono, sono arrivati in sala i saluti di suoi vecchi amici e compagni di lavoro, da Gianni Letta a Pino Pisicchio, da Giuseppe Rippa, direttore di Radio Radicale a Giampiero Gamaleri, dal senatore Maurizio Eufemi a Giorgio Lainati.

Il senatore Maurizio Gasparri

Maurizio Gasparri, seduto in prima fila nell’Aula Giubileo della Lumsa, ha invece voluto ricordare personalmente un Mario Nanni inedito. «Giovane cronista parlamentare a Montecitorio, analista severissimo dell’Ansa, giornalista – ha affermato il presidente del Gruppo di Forza Italia a Palazzo Madama – di una precisione e di una meticolosità proverbiale. Mario Nanni lo ricordo come un notista parlamentare attentissimo alla forma e alla sostanza, doti queste che hanno poi fatto dell’Ansa di Sergio Lepri, il vero leit motiv della più grande agenzia di stampa italiana».
Il ricordo di Gasparri è tornato, dunque, a qualche mese fa quando in Senato Mario Nanni venne premiato, da lui insieme a Carlo Parisi, direttore di Giornalisti Italia, “per una carriera straordinaria nel corso della quale ha dedicato la sua vita al giornalismo e al mondo della comunicazione senza fronzoli, pregiudizi e condizionamenti di alcun genere».

Maurizio Gasparri, Pino Nano, Santo Strati e Guido D’Ubaldo

Alla Lumsa lo stesso Carlo Parisi, segretario generale della Figec Cisal, dopo aver ringraziato Santo Strati «per questo libro preziosissimo in un Paese che non riconosce valore e merito e cancella la memoria», ha ricorda un Mario Nanni «alla ricerca continua di aggiornamenti che gli permettessero di non sentirsi vittima dei nuovi linguaggi digitali».

L’ultima apparizione pubblica di Mario Nanni, il 20 marzo scorso nella Sala Zuccari del Senato, con Maurizio Gasparri e Carlo Parisi che gli hanno consegnato il Premio Giornalisti Italia alla carriera. Nella foto: Santo Strati, Carlo Parisi, Mario Nanni, Pierluigi Roesler Franz e Pino Nano

«Maestro di intere generazioni di giornalisti – ha sottolineato Parisi – combatteva il “daltonismo morale”. Per questo è stato tra i promotori e fondatori della Figec Cisal, di cui era consigliere nazionale: non contro qualcuno ma “per sventolare bandiere di lotte che sono state abbandonate”. Per il lavoro e la dignità del lavoro, per il pluralismo e contro il pensiero unico».

Carlo Parisi e François Vayne, direttore dell’Ufficio Comunicazione dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme

«Insomma – ha ricordato il segretario generale della Figec Cisal – Mario è stato un grande maestro di giornalismo, ma soprattutto un amico vero e sincero. Padre premuroso sempre pronto a insegnarci che il rispetto e la tolleranza per chi non la pensa come noi sono valori inderogabili delle persone perbene, come lo sono nella professione la ricerca della verità e il rispetto sostanziale dei fatti e, soprattutto, delle persone. “Prima di sbattere il mostro in prima pagina  – non si stancava di ripetere – bisogna studiare bene le carte”. Caso Becciu docet».
Rivolgendosi al cardinale Giovanni Angelo Becciu, seduto in prima fila accanto ad un altro grande amico di Mario Nanni, il cardinale Fernando Filoni, Parisi ha infatti ricordato l’ultima grande e appassionata, inchiesta giornalistica di Mario Nanni sfociata nel libro “Il caso Becciu. In-Giustizia in Vaticano – Dizionario delle omissioni, anomalie, mistificazioni, misteri e veleni”.

Il cardinale Fernando Filoni, Carlo Parisi, il cardinale Giovanni Angelo Becciu, Andrea Lovasto, Santo Strati, l’avv. Fabio Viglione, Carlo Chianura e Pino Nano

«Quando parlammo del caso – ha ricordato Parisi – Mario con rabbia mi disse: “Più leggevo le infinite carte di quell’inchiesta, più mi convincevo dell’assoluta innocenza del cardinale Becciu”. Un sussulto che trasformò subito Mario in cronista militante, assolutamente supportato dalle carte e ripagato dalla lettera di ringraziamento che lo stesso Papa Francesco gli inviò al ricevimento del libro».

Il cardinale Fernando Filoni

Commovente il ricordo fatto alla Lumsa dal cardinale Ferdinando Filoni, pugliese come lui, originario di Nardò, che ha raccontato un Mario Nanni ancora giovanissimo, «figlio di un calzolaio che aveva, però, voglia di dimostrare prima di tutto a suo padre quanto valessero le sue doti e la sua passione per la scrittura. Così ne è nato uno scrittore, un saggista, un giornalista di grande talento e di grande spessore professionale di cui noi, che siamo figli della terra di Puglia andiamo sempre fieri. Ricordo – aggiunge ancora sorridendo il cardinale Filoni – tradendo però in questa occasione lo stile di grande diplomatico quale egli è della Chiesa moderna – il giorno in cui lo vedemmo in paese in piazza a Nardò con la sua fidanzata, che poi diventò sua moglie e che era la più bella ragazza di Galatone, e tantissimi anni dopo qui a Roma rincontrandolo gli dissi “Ti sei portato via la cosa più bella che avevano a Galatone”».

Il cardinale Giovanni Angelo Becciu

Poi è stata la volta del cardinale Angelo Becciu, a cui Mario Nanni ha dedicato poco prima di morire forse il suo libro di inchiesta più importante “Il Caso Becciu, Ingiustizia in Vaticano”, un libro di grande coraggio e pieno di mille verità inedite, «legate ad un processo – ha sottolineato il Cardinale Becciu – che mi ha visto vittima sacrificale di una campagna mediatica denigratoria di confini e di livelli inimmaginabili. Oggi grazie anche all’inchiesta pubblica di Mario Nanni molte verità incominciano a venir fuori e presto spero di vedere fatta completa giustizia sulla mia storia di uomo e di pastore della Chiesa».
In sala, tra il pubblico, c’era anche l’avvocato Fabio Viglione, il principe del foro di Roma che in questi ultimi due anni di lavoro giornalistico sul caso Becciu era diventato per Mario un faro e un consulente di inestimabile valore giuridico e professionale, e quando i cronisti presenti alla Lumsa gliel’hanno ricordato lui ha accennato soltanto ad un timido sorriso, con una semplicità a dir poco disarmante e ammirevole.

Giampiero Gramaglia e Pino Nano

Mario Nanni, dunque, maestro non solo di giornalismo politico e parlamentare, ma in vecchiaia anche cronista e giornalista di inchiesta come pochi altri in Italia, e a ricordare il coraggio con cui ha affrontato in questi anni la vicenda del cardinale Becciu sono intervenuti a tessere le sue lodi giornalisti come il presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio, Guido D’Ubaldo, con cui Mario aveva un rapporto di grande complicità e amicizia; Carlo Picozza per lunghi anni responsabile della Formazione professionale dei giornalisti romani; Giampiero Gramaglia suo vecchio direttore all’Ansa; Carlo Giacobbe, affascinante inviato speciale dell’Ansa in Medio oriente e per il quale Mario rimane un “grande maestro di vita”. In apertura di lavori Carlo Chianura l’ha ricordato nella sua veste ufficiale di docente della Scuola di Giornalismo, evidenziando soprattutto «il rapporto quasi viscerale, innaturale ma profondo che Mario aveva con i suoi studenti per i quali si spendeva oltre misura.

Carlo Picozza

Addirittura – ha sottolineato Chianura – li seguiva anche dopo aver concluso le sue lezioni, per i test che i ragazzi avrebbero trovato come questionario all’esame professionale, e poi ancora li accompagnava agli orali per sostenerli moralmente fino alla fine. Un esempio di dedizione assoluta alla professione».
Sul piano umano, insomma, Mario era intransigente, severissimo, trasparente, coraggioso e uomo libero al di sopra di tutto e di tutto, posso assicurarvelo, e in nome della legalità e della deontologia professionale sacrificava sé stesso e la sua storia privata.
Nel libro “Mario Nanni in Memoriam (1945-2025”) che si apre con un editoriale di Santo Strati, curatore della stessa pubblicazione, troverete saggi e scritti di Luigi Nanni, fratello di Mario, Franco Calabrò, Carlo Giacobbe, Sandra Dall’Oco, Angelo Maria Becciu, Ferdinando Filoni, Carlo Parisi, Giuseppe Rippa, Carlo Chianura, Rosario Coluccia, Floriana Conte, Rosario Sprovieri, Mimmo Della Gatta, Maurizio Pizzuto, Andrea Lo Vasto, Gianluca Ruotolo, Rosa Rubino, Saad Awad, Federica Sbrana, Andrea Camaiora, Amedeo Fusco, Mario Prioni, Vincenzo Renna.

Pino Nano

Naturalmente c’è anche un mio ricordo personalissimo dell’uomo che è stato non solo un mio maestro di giornalismo ma anche la persona più cara della mia vita professionale e privata di questi ultimi 12 anni di vita romana.
Lo so, caro Mario, che se tu fossi ancora vivo, da direttore del giornale, avresti eliminato tutti gli aggettivi ridondanti da questo pezzo, ma questa è la pura verità che tutti noi volevano dichiararti e che abbiamo fatto pubblicamente ieri sera nella tua casa più naturale, la tua Università Lumsa. Grazie ancora. Grazie di tutto. (giornalistitalia.it)

Pino Nano

 

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