Avrebbe inventato anche un altro attentato. Indagato anche il vicedirettore Ragozzino

Mario De Michele è accusato di calunnia

Mario De Michele intervistato dalle Iene

CASERTA – È indagato per calunnia, e non per simulazione di reato, come si era appreso in un primo momento, il giornalista casertano Mario De Michele, cui venerdì scorso i carabinieri, su ordine della Dda di Napoli, hanno perquisito l’abitazione di Cesa (Caserta) sequestrando una pistola legalmente detenuta. L’accusa è che De Michele l’abbia usata per sparare tre colpi all’indirizzo delle mura di casa il 4 maggio scorso.
Il giornalista denunciò ai carabinieri che si trattava di un atto intimidatorio, indicando anche i presunti responsabili, alimentando la lunga scia di episodi violenti di matrice camorristica che lo avrebbero coinvolto da oltre un anno a questa parte per la sua attività di cronista nel Casertano.
Per la Procura anticamorra – aggiunto Luigi Frunzio e sostituto Fabrizio Vanorio – De Michele avrebbe inventato anche un altro attentato, nel novembre scorso, quando la sua auto fu colpita da una decina di proiettili; quell’episodio gli consentì di avere la scorta e di diventare quasi un simbolo del giornalismo d’inchiesta. Per quanto accaduto a novembre – è l’ipotesi d’accusa – De Michele potrebbe aver usato un’altra pistola fornitagli dalla seconda persona che risulta indagata nella vicenda (ansa), il vicedirettore della testata Pasquale Ragozzino, che l’Ordine dei giornalisti della Campania ha deferito – come De Michele – al Consiglio di disciplina territoriale «affinché sia aperto un procedimento disciplinare».

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