Il presidente dell’Inpgi: «La riforma funzionerà se ripartirà l’occupazione»

Macelloni: «Senza lavoro, non c’è previdenza»

Marina Macelloni

Marina Macelloni

PESCARA – La riforma dell’Inpgi, varata nello scorso settembre dal Cda dell’Istituto di previdenza dei giornalisti e in attesa del via libera dei ministeri del lavoro ed economia, funzionerà «se ripartirà l’occupazione, quindi tutti gli sforzi vanno concentrati lì».
Lo ha sostenuto il presidente dell’Inpgi, Marina Macelloni, nel corso del convegno “La riforma dell’Inpgi per un futuro sostenibile e per un welfare che tuteli i giornalisti contrattualizzati, collaboratori e free lance” organizzato dell’Ordine dei giornalisti dell’Abruzzo a Pescara.
«Secondo il bilancio tecnico attuariale, – spiega la Macelloni – fatto a 50 anni sulla base di stime di dati macroeconomici forniti dallaRagioneria generale dello Stato, il patrimonio dell’Inpgi ad oggi ammonta a circa 2,2 miliardi di euro. Grazie alla riforma il patrimonio scende progressivamente, perché prima che le varie misure abbiano effetto dovranno passare circa 30 anni, ma molto meno velocemente di quanto sarebbe sceso se non l’avessimo fatta, fino al 2039: in quel momento il patrimonio ammonterà a 1,8 miliardi di euro. Per la sostenibilità piena occorrerebbero altri due anni e mezzo, ma è comunque considerata sufficiente, anche perché da quel momento il patrimonio dell’Istituto comincia a salire in maniera veloce. Tutto questo naturalmente se riparte un po’ l’occupazione: se non c’è un rilancio del settore, nessuna riforma sarà mai efficace perché senza il lavoro la previdenza non c’è». (Ansa)

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