Invece di tagliare posti di lavoro assume 800 giornalisti: accanto a loro, gli ingegneri

Il Washington Post punta sulla tecnologia

ROMA – Il “Washington Post” rimodella il proprio futuro secondo un criterio 4.0. Il quotidiano resta cartaceo ma, per stare al passo con i tempi, aggiunge i media tecnologici digitali. Le informazioni arrivano sul telefonico, via web, sugli smart e nei tablet. Per ogni indirizzo una diversa app con un differente stile in modo da intercettare le diverse fasce di pubblico.
Giornalismo e tecnologia vanno a braccetto. In redazione, possiamo trovare ingegneri seduti accanto ai reporter. L’informazione promuove la qualità e l’innovazione. Alla crisi editoriale non si è risposto con il ridimensionamento dell’organico redazionale e dei progetti ma con nuovi, massicci investimenti. Risultati? Straordinari: 90 milioni di nuovi utenti in undici mesi, circa un milione di abbonamenti digitali, l’assunzione di 800 giornalisti e, dal 2016, bilanci in attivo.
Queste novità hanno creato anche delle tensioni sindacali perché i giornalisti chiedono qualche riconoscimento per i successi ottenuti. In particolare, insistono per ottenere un “fondo previdenziale” che garantisca loro un futuro dopo il lavoro.
Il “Washington Post”, fondato nel 1933 dalla famiglia Graham, è stato venduto per 250 milioni di dollari a Jeff Bezos, fondatore e patron di Amazon. Il passaggio di proprietà è avvenuto cinque anni fa, nel 2014.
Il nuovo editore ha imposto un nuovo corso di marcia che prevede un cambio della natura dell’informazione. In particolare, accanto alle figure tradizionale di una redazione (ovviamente, i giornalisti), sono comparsi profili professionali, in arrivo direttamente dal Politecnico, con competenze informatiche. Insieme, hanno affiancato al “Washington Post” tradizionale, una serie di edizioni on line, capaci di assicurare la velocità di pubblicazione degli articoli. I lettori vengono aggiornati con tempestività. Gli investitori pubblicitari sono incentivati a utilizzare quel canale per i loro messaggi promozionali
Questo aspetto da impresa tecnologia può essere lontano dal modello tradizionale della carta stampata però convince i lettori a pagare i contenuti di qualità, contribuisce a migliorare il prodotto giornalistico e a finanziare gli inviati, i corrispondenti e i collaboratori.
Questo progetto testimonia che si può uscire dalla crisi della carta stampata. Perché non in Italia con i quotidiani che chiudono o stanno per farlo, con i conti in rosso e le copie che diminuiscono? Forse, basterebbe soltanto copiare o adattare quel modello ai giornali italiani. (giornalistitalia.it)

 

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