Ok degli industriali al versamento di 30 milioni. I Cdr: “Un intervento gracile, esangue”

Il Sole 24 Ore: “Confindustria vuol fare l’editore?”

il-sole-24-oreMILANO – Un valore “molto basso”, quello che, secondo i giornalisti, Confindustria attribuisce al Sole 24 Ore. È quanto scrivono, in un comunicato congiunto, i Cdr de Il Sole 24 Ore, Radiocor e Radio 24.
«Dopo il consiglio di amministrazione di martedì sera – comunicano i comitati di redazione – le carte sono tutte sul tavolo. La questione cruciale, ovviamente, per la sopravvivenza del gruppo, è rappresentata dalla ricapitalizzazione a fronte dello stato dei conti, a questa altezza di tempo. A fine marzo, allora, certifica la relazione trimestrale, il patrimonio netto è negativo per 40 milioni. Il che rende ancora più indifferibile quell’operazione di ricostituzione del capitale, imposta dal Codice civile e annunciata peraltro sin da settembre».
«Ora, dopo che in sedi ufficiali era stata comunicata dai vertici della società una ricapitalizzazione di 70 milioni, – denunciano i giornalisti – ne prende forma una diversa. Sicuramente negli importi: un addendum alla manovra finanziaria reso noto al termine del cda del 9 maggio puntualizza infatti la nuova ipotesi di intervento patrimoniale e finanziario. In 3 mosse:

  1. la conferma da parte dell’azionista di maggioranza della disponibilità a partecipare all’aumento di capitale sino a una quota di 30 milioni a condizione di mantenere il controllo della società;
  2. con riferimento alla quota residua di 20 milioni eventualmente non sottoscritta dal mercato è prevista l’organizzazione di un consorzio di garanzia da parte di uno o più istituti di credito;
  3. la vendita di una partecipazione di minoranza nelle futura società che gestirà l’Area «Formazione ed Eventi».

Dunque, «la ricapitalizzazione “pura”, – prosegue il comunicato sindacale – al netto di un’operazione straordinaria che pudicamente viene ascritta sotto il titolo di “valorizzazione” e che in realtà potrebbe rappresentare un ulteriore depauperamento del valore del gruppo, andrà così ad attestarsi sui 50 milioni (sub judice oltretutto). A fronte di un patrimonio già negativo per 40, è evidente la sua assoluta inadeguatezza, come denunciato ripetutamente e pubblicamente in queste settimane dalle redazioni».
Si tratta, insomma, di «un intervento del tutto gracile, esangue. Con modalità discutibili, – incalzano i Cdr de Il Sole 24 Ore, Radiocor e Radio 24 – a fronte di una società che, quanto a capacità di far svaporare i proventi della cessione di asset importanti ha pochi rivali. Da ultimo, a fare da maestra, la vendita dell’Area software che ha portato oltre 100 milioni in cassa, svaniti in poco più di un anno. Di più. I tempi dell’operazione rendono improbabile il verificarsi della condizione cui Confindustria ha subordinato la sua disponibilità alla sottoscrizione di 30 milioni. Vediamoli. Viene annunciata per la fine di giugno l’assemblea che darà il via alla ricostituzione del capitale. Altre settimane in caso di voto positivo passeranno poi, prima che l’operazione diventi esecutiva. Ergo: si sarà in presenza di una semestrale che, a meno di interventi salvifici del tutto improbabili, certificherà l’ulteriore aggravarsi della situazione patrimoniale e la necessità di assorbire ulteriori perdite. A quel punto la conservazione del controllo sarà impossibile e l’impegno a sottoscrivere i 30 milioni non più valido».
E ancora, «in via più generale, – si legge nel comunicato – ma sempre restando agganciati ai numeri: Confindustria, che oggi tiene il suo consiglio generale dedicato alla vicenda del Sole 24 Ore, dovrebbe almeno ricordare quanto ottenuto in passato a titolo di dominus assoluto della società. Fanno 66 milioni di dividendi incassati solo nei 7 anni precedenti il primo bilancio in rosso nel 2009. Ora il massimo cui dichiara di potere/volere arrivare è meno della metà, pur potendo disporre, per esempio, di oltre 100 milioni di patrimonio nella cassaforte immobiliare Aedificatio. Troppo poco e troppo tardi. Due domande allora, per finire. Però determinanti. Confindustria – incalzano i Cdr – intende assumersi la responsabilità di fare l’editore? Oppure: a chi giova precostituire una situazione che a breve potrà rendere il Sole 24 Ore disponibile sul mercato a saldo, magari a beneficio dei “soliti noti”?». (giornalistitalia.it)

LA NOTA DI CONFINDUSTRIA

Il Consiglio Generale di Confindustria ha approvato oggi la proposta formulata dal presidente Vincenzo Boccia per la partecipazione all’operazione di aumento di capitale de Il Sole 24 Ore Spa. La deliberazione prevede il versamento di un importo di 30 milioni di euro nel capitale della società, nell’ambito di una manovra finanziaria complessiva di 70 milioni di euro.
L’operazione varata dal Consiglio Generale è sostenibile dal punto di vista finanziario per Confindustria e coerente con il mandato del Comitato dei Saggi, i quali – al momento della designazione del Presidente – stabilirono che Confindustria avrebbe dovuto mantenere la maggioranza del capitale. Infatti, l’operazione permetterà alla Confederazione di detenere il controllo di diritto sulla società.
All’operazione di aumento di capitale è stata affiancata la proposta di presìdi di governance per assicurare il rispetto degli obiettivi del piano industriale da parte del Cda de Il Sole 24 Ore.
Tali innovazioni permetteranno, inoltre, di allineare la società alle best practice del settore a livello internazionale. Il Consiglio Generale ha infatti auspicato che venga confermata l’articolazione dei poteri attribuiti a presidente e amministratore delegato del Gruppo, abbandonando definitivamente il precedente assetto “duale” e delegando il ruolo operativo al solo amministratore delegato.
Secondo Confindustria, il Cda dovrà poi ampliare le proprie prerogative, pronunciandosi in ultima istanza su nomine, revoche ed eventuali licenziamenti delle prime linee aziendali, previo parere del Comitato per le nomine e le remunerazioni.
Infine, il Consiglio ha ritenuto strategici altri due presidi: il primo, l’attribuzione al Comitato controllo e rischi del compito di monitorare l’attuazione del piano industriale, riferendo periodicamente al Cda; il secondo, l’istituzione di un Comitato interno al Cda preposto alla verifica della mission editoriale de Il Sole 24 Ore, in coerenza con la promozione della cultura economica e industriale.

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