Nel libro scritto con il cantautore Michele Anelli: storia, musica e fantascienza

Il giornalista Gianni Lucini spara al domani

Gianni Lucini e la copertina del libro scritto con Michele Anelli

NOVARA – “Ho sparato al domani” è il libro scritto a quattro mani dal giornalista critico musicale Gianni Lucini e dal cantautore Michele Anelli.
Il volume (edito dalla novarese Segni e Parole, 112 pagine, 12 euro) si compone di sette racconti che spaziano dal sogno alla quotidianità con lo sguardo al futuro.
Lucini è originario di Lesa, sul lago Maggiore, dove negli anni Novanta si è candidato sindaco della città diventandone il primo cittadino (dal 1990 al ’99).
Le sue prime esperienze professionali sono avvenute sulle pagine del settimanale torinese “Nuova Società”. Successivamente, a Radio Kabouter, ha condotto il programma “Il Coperchio” che andava in ondo il giovedì sera e che si occupava di temi legati al mondo musicale. L’emittente è nata a Novara, ha conosciuto qualche anno di silenzio, ma adesso ha ripreso le trasmissioni “on air”.
Lucini ha anche diretto la rivista “Pilaf”, occupandosi sempre di musica e spettacolo, e, dal 1999 al 2007, ha firmato la critica musicale sul quotidiano “Liberazione”. Da sempre i suoi articoli raccontano nel dettaglio il mondo dei suoni e delle note: oggi continua a farlo sul quotidiano on line “Daylygreen” . Lui, quando serve, sa essere critico, pungente e spigoloso nel modo giusto.
«Arrivare a pubblicare il libro – commenta Gianni Lucini – non è stato facile. L’altro autore vive a Stresa, sempre sul lago Maggiore, che è abbastanza lontano, e, in tempo di lockdown, la distanza ha complicato i rapporti. Ma, alla fine, il risultato è stato raggiunto».

Michele Anelli

«La chiave per comprendere il senso della pubblicazione – puntualizza il giornalista – sta nella parola “domani” che meglio spiega l’anima delle storie del libro».
Il volume è un intreccio di personaggi, di sogni e c’è spazio anche per la fantascienza. Qualche esempio? Un adolescente, disperatamente alla ricerca di se stesso, ha perso la speranza nel futuro ma, alla fine, si ritrova nella musica, in particolare in quella rock. Ancora, la storia di un infermiera che assiste alla morte del musicista Jimi Hendrix: qui entra in gioco la componente fantascientifica immaginata da Michele Anelli.
Il volume è, insomma, un richiamo alla libertà e alla vita che è un palcoscenico dove non importa essere perfetto perché l’importante è essere felice. Le vicende sono tutte ambientate “in casa” tra il Mottarone (che sovrasta il lago Maggiore) e i luoghi tipici del novarese. (giornalistitalia.it)

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