È il forte appello della Efj, che piange il giornalista e il cameraman uccisi a Parigi

“I giornalisti non cederanno all’odio e alla paura”

Guillaume B. Decherf

Guillaume B. Decherf. il giornalista ucciso a Le Bataclan

BRUXELLES (Belgio) – Solidarietà, dopo gli attentati di Parigi, della Federazione europea dei giornalisti ai familiari e agli amici del giornalista Guillaume B. Decherf – 43 anni, una delle 89 vittime dell’orrore a Le Bataclan, aveva appena iniziato a scrivere per Liberation – e del cameraman Mathieu Hoche – 37 anni, operatore di France 24 –  e anche a quelli di tutti i cittadini che sono stati uccisi negli attacchi di venerdì 13 novembre.
“La popolazione francese ha risposto in maniera ammirevole ai terroristi, dichiarando con forza di non avere paura. Allo stesso modo i giornalisti, che stanno lavorando giorno e notte per garantire ai cittadini notizie costantemente aggiornate sugli attentati”. Così il segretario generale della Efj, Ricardo Gutierrez, che incalza: “I giornalisti non si arrenderanno. Come hanno fatto all’indomani della strage, sempre per mano dei terroristi, a Charlie Hebdo”.
“I giornalisti – prosegue Gutierrez – continueranno a difendere la libertà di espressione e resisteranno alla tentazione di usare parole che incitino all’odio. Questo è il miglior tributo che la professione può fare alle vittime”. Questo l’appello della Efj, lanciato ai media di tutta Europa dopo la strage di Parigi.
La Federazione europea dei giornalisti, di cui è membro la Fnsi, sottolinea, quindi, quel che i giornalisti ora dovrebbero fare: “Resistere alla tentazione di premere affinché si aumenti il livello di sorveglianza, perché i giornalisti non vogliono una società in cui la libertà individuale e collettiva sia compromessa nel nome della sicurezza nazionale”.
Secondo: “Non cedere alla paura o all’odio”. Terzo: “Combattere gli stereotipi e le informazioni non verificate”.
Quarto: “Denunciare l’effetto devastante dell’aumento della disuguaglianza e della discriminazione tra le genti”. Quinto: “Farsi più domande sulla nostra responsabilità di giornalisti in relazione a tutto ciò”.
“È nostra responsabilità mettere in pratica la nostra missione, – dice, ancora, il segretario generale della Efj – come guardiani, nonostante tutte le difficoltà che possiamo incontrare”. (giornalistitalia.it)

Mathieu Hoche

Mathieu Hoche

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