Dopo ore di interrogatorio confessa uno dei 5 sospettati. Resta il nodo dei mandanti

“Ho sparato io al giornalista Jan Kuciak”

Jan Kuciak e la sua fidanzata, Martina Kusnirova, uccisi il 21 febbraio 2018

BERLINO (Germania) – “Sono stato io”. Arriva la confessione, dopo cinque ore di interrogatorio e a più di un anno dall’omicidio del giornalista slovacco Jan Kuciak, caso che colpì nel profondo l’opinione pubblica del Paese e costò il posto al premier Robert Fico.
Reo confesso, adesso, è Miroslav Marcek, ex militare già fra i cinque sospettati per l’uccisione di Kuciak e della fidanzata Martina Kusnirova – entrambi 27enni – nel febbraio 2018, ma che fino ad ora fra le carte degli investigatori figurava soltanto come l’autista del commando che portò a termine l’agguato.
Il killer era, invece, ritenuto suo cugino Tomas Szabo e il mandante l’imprenditore Marian Kocner, che continua a negare ogni addebito. Ed è proprio sulle motivazioni dietro l’uccisione del reporter che ancora non si riesce a fare chiarezza.

Miroslav Marcek

La notizia della confessione è rimbalzata dai media slovacchi alle testate internazionali: colpisce perché appena qualche settimana fa migliaia di persone nella repubblica slovacca hanno partecipato a raduni e manifestazioni per ricordare il giornalista ad un anno dall’omicidio.
Soltanto lo scorso autunno erano state avanzate accuse contro quelli che venivano indicati come gli esecutori materiali, insieme con i sospetti su un possibile mandante, l’imprenditore Marian Kocner appunto, di cui Kuciak scriveva e che lo aveva addirittura minacciato. Oltre i sospetti però, nessuna accusa formale. Mentre la Bbc ricorda che Kuciak stava indagando anche su presunti legami fra uomini d’affari polacchi, politici e la ’ndrangheta, oltre a irregolarità relative a finanziamenti Ue per il settore dell’agricoltura.
Nelle scorse settimane, occasione dell’anniversario dell’uccisione di Kuciak, con manifestazioni in 36 città, migliaia di slovacchi avevano portato nuovamente in piazza la loro indignazione e ribadito la loro sete di verità. Una partecipazione massiccia che già un anno prima aveva visto numerose proteste, con migliaia di persone riversatesi in strada per giorni a scandire il loro disappunto verso l’operato dell’allora premier socialdemocratico Robert Fico, puntando il dito contro presunti legami fra la malavita e la politica, la corruzione e le pratiche illecite degli imprenditori di cui Kuciak scriveva.
Le proteste portarono alle dimissioni di Fico e di altri membri del suo governo. L’ex premier fu sostituito nella carica da Robert Pellegrini, dello stesso partito, mentre la coalizione di governo è sopravvissuta all’ondata di proteste, sebbene sia stata sottoposta ad un rimpasto a livello di ministri. (ansa)

I commenti sono chiusi.