Moglie e figlie del giornalista: “Vogliamo capire”. Indagato un medico, martedì l’autopsia

Giovanni Chiades, una morte da chiarire

Giovanni Chiades

TREVISO – «Vogliamo soltanto completa chiarezza, la certezza che lo abbia stroncato un’embolia. A causa del Covid non lo vedevamo di persona da settembre, perciò desideriamo capire esattamente cosa sia successo. Lui avrebbe voluto così».
Come racconta oggi il Gazzettino, è il desiderio di capire cosa sia accaduto nelle ultime ore di vita di Giovanni Chiades – il giornalista trevigiano, già cronista del quotidiano veneto targato Caltagirone, morto per un’embolia polmonare lo scorso 18 dicembre, a 55 anni, mentre era ricoverato in ospedale in seguito alla frattura di un femore – a muovere la moglie Cristina Moretto e le due figlie.
«Ore che hanno dovuto trascorrere lontano da lui, – riporta il Gazzettino – da anni ospite del centro Casamia di Casier dopo il tremendo incidente di cui era rimasto vittima nel febbraio 2007 e spirato il 18 dicembre. La morte del giornalista, avvenuta a Ca’ Foncello dove era ricoverato per la rottura di un femore, è finita in procura: dopo la denuncia presentata dai familiari, l’autopsia è stata fissata per martedì. E c’é un indagato per omicidio e lesioni colpose, il medico opitergino che seguiva l’ex cronista del Gazzettino. Dunque, martedì mattina il medico legale Alberto Furlanetto, nominato dal giudice Mara De Donà, procederà all’esame autoptico alla presenza del collega Angelo Ferri, nominato dall’indagato».
L’autopsia servirà, naturalmente, a chiarire cosa possa aver provocato la morte di Chiades, sopraggiunta per embolia polmonare e, appunto, se vi siano responsabilità da parte del medico che si occupava di lui.
«Gli atti dunque – scrivono i colleghi del Gazzettino – diranno se vi sia stata imperizia, mancanza di cure, o se, al contrario, il paziente abbia ricevuto tutta l’assistenza adeguata alle sue condizioni di salute e nessuna mancanza possa essere imputata al medico». (giornalistitalia.it)

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